L'articolo analizza la percezione da parte dell'opinione pubblica tedesca della neutralità italiana. Dopo una breve discussione sul problema metodologico di pendere in esame l'opinione pubblica in periodo guerra, il saggio, sulla base dello spoglio della stampa coeva, ricostruisce i diversi modi di interpretare la scelta italiana di rimane neutrali allo scoppio della prima guerra mondiale. Il saggio intende dimostrare che l'opinione pubblica tedesca non riuscisse a comprendere le reali dinamiche della politica italiana. Pur consapevoli della pressione di settori della politica italiana verso la guerra e verso l'intesa, i giornali propalavano l'idea che alla fine l'Italia sarebbe rimasta leale verso la triplice alleanza sia pure nella forma della neutralità. La stampa tedesca mostrava in parte comprensione per la scelta di non entrare in guerra nel 1914 e si mostrava preoccupata per l'efficacia della "propaganda" anglo-francese sui giornali italiani. Pur consapevoli di tali difficoltà, i tedeschi sembravano convinti che alla fine la classe dirigente liberale avrebbe mantenuto la posizione di neutralità. Anche quando a fine aprile circolavano voci su un avvicinamento alle forze dell'intesa, la convinzione che alla fine l'Italia sarebbe rimasta neutrale era prevalente nella stampa che riponeva fiducia nei politici neutralisti come Giolitti. Sconcerto generarono le manifestazioni per l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio 1915 e le pressioni al limite dell'intimidazioni eserciate dalle piazza sui parlamentari neutralisti che furono interpretate come un vulnus alla forma di governo parlamentare.
S. Cavazza (2015). La neutralità assediata. La stampa tedesca e la neutralità italiana (1914-1915). Firenze : LE MONNIER.
La neutralità assediata. La stampa tedesca e la neutralità italiana (1914-1915)
CAVAZZA, STEFANO
2015
Abstract
L'articolo analizza la percezione da parte dell'opinione pubblica tedesca della neutralità italiana. Dopo una breve discussione sul problema metodologico di pendere in esame l'opinione pubblica in periodo guerra, il saggio, sulla base dello spoglio della stampa coeva, ricostruisce i diversi modi di interpretare la scelta italiana di rimane neutrali allo scoppio della prima guerra mondiale. Il saggio intende dimostrare che l'opinione pubblica tedesca non riuscisse a comprendere le reali dinamiche della politica italiana. Pur consapevoli della pressione di settori della politica italiana verso la guerra e verso l'intesa, i giornali propalavano l'idea che alla fine l'Italia sarebbe rimasta leale verso la triplice alleanza sia pure nella forma della neutralità. La stampa tedesca mostrava in parte comprensione per la scelta di non entrare in guerra nel 1914 e si mostrava preoccupata per l'efficacia della "propaganda" anglo-francese sui giornali italiani. Pur consapevoli di tali difficoltà, i tedeschi sembravano convinti che alla fine la classe dirigente liberale avrebbe mantenuto la posizione di neutralità. Anche quando a fine aprile circolavano voci su un avvicinamento alle forze dell'intesa, la convinzione che alla fine l'Italia sarebbe rimasta neutrale era prevalente nella stampa che riponeva fiducia nei politici neutralisti come Giolitti. Sconcerto generarono le manifestazioni per l'entrata in guerra dell'Italia nel maggio 1915 e le pressioni al limite dell'intimidazioni eserciate dalle piazza sui parlamentari neutralisti che furono interpretate come un vulnus alla forma di governo parlamentare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.