I mezzi diagnostici tradizionalmente usati per la valutazione delle risorse marine si sono basati essenzialmente sul quantitativo del pescato relativamente a determinate aree geografiche, trascurando le analisi dei cicli biologici delle specie in questione. Il collasso dell’industria peschiera degli ultimi decenni ha costretto alla messa a punto di indagini più accurate volte a delineare tutti gli aspetti biologici ed ecologici. In particolare la definizione del ciclo riproduttivo di una specie in relazione ad un certo ambiente, permette l’acquisizione di conoscenze fondamentali per interventi mirati, quali il “fermo pesca” che favorisce un incremento delle popolazioni o la modifica della misura delle maglie delle reti da pesca per lasciar passare il novellame non ancora riprodotto. Nell’ambito della biologia riproduttiva, vari sono i possibili approcci analitici: quello anatomico, che si basa sulla determinazione dell’indice gonado-somatico, cioè del rapporto ponderale fra il peso corporeo e quello degli ovari; quello istologico, che permette la valutazione degli stadi di maturità e quello citologico che consente, mediante la misurazione del diametro cellulare, l’evoluzione dell’accrescimento degli ovociti. L’approccio citometrico, essendo un metodo di valutazione quantitativa e quindi oggettivo, esula da valutazioni qualitative che presuppongono una perfetta conoscenza della materia e possono far incorrere in errori nella determinazione dello stadio di maturazione degli ovociti stessi. Fino a una decina di anni fa, questo approccio è stato trascurato nello studio dei cicli maturativi degli ovari dei pesci, preferendo alla citometria metodi più immediati anche se imprecisi e passibili di errori. Al contrario, la citometria si conferma mezzo diagnostico preciso e affidabile nell’indagine della maturazione dell’ovario, premessa indispensabile per lo studio delle popolazioni. Le catture effettuate in Adriatico con i pescherecci commerciali evidenziano infatti uno sbilanciamento del pescato a favore di esemplari di taglia inferiore a quella di prima maturità sessuale, con la conseguente mancata possibilità di riproduzione di una alta percentuale della popolazione. Si sta quindi promuovendo, mediante la realizzazione di progetti coordinati sia a livello dei paesi mediterranei, che a livello mondiale, l’armonizzazione dei sistemi di monitoraggio e l’identificazione di comuni “reference point” relativi alla valutazione delle risorse biologiche, atti a promuovere misure di interventi mirati alla salvaguardia delle risorse marine.

VALLISNERI M., STAGIONI M. (2007). La morfometria come mezzo diagnostico del ciclo maturativo dell’ovario nella sogliola comune. LETTERE GIC, 16 (2), 34-36.

La morfometria come mezzo diagnostico del ciclo maturativo dell’ovario nella sogliola comune.

VALLISNERI, MARIA;STAGIONI, MARCO
2007

Abstract

I mezzi diagnostici tradizionalmente usati per la valutazione delle risorse marine si sono basati essenzialmente sul quantitativo del pescato relativamente a determinate aree geografiche, trascurando le analisi dei cicli biologici delle specie in questione. Il collasso dell’industria peschiera degli ultimi decenni ha costretto alla messa a punto di indagini più accurate volte a delineare tutti gli aspetti biologici ed ecologici. In particolare la definizione del ciclo riproduttivo di una specie in relazione ad un certo ambiente, permette l’acquisizione di conoscenze fondamentali per interventi mirati, quali il “fermo pesca” che favorisce un incremento delle popolazioni o la modifica della misura delle maglie delle reti da pesca per lasciar passare il novellame non ancora riprodotto. Nell’ambito della biologia riproduttiva, vari sono i possibili approcci analitici: quello anatomico, che si basa sulla determinazione dell’indice gonado-somatico, cioè del rapporto ponderale fra il peso corporeo e quello degli ovari; quello istologico, che permette la valutazione degli stadi di maturità e quello citologico che consente, mediante la misurazione del diametro cellulare, l’evoluzione dell’accrescimento degli ovociti. L’approccio citometrico, essendo un metodo di valutazione quantitativa e quindi oggettivo, esula da valutazioni qualitative che presuppongono una perfetta conoscenza della materia e possono far incorrere in errori nella determinazione dello stadio di maturazione degli ovociti stessi. Fino a una decina di anni fa, questo approccio è stato trascurato nello studio dei cicli maturativi degli ovari dei pesci, preferendo alla citometria metodi più immediati anche se imprecisi e passibili di errori. Al contrario, la citometria si conferma mezzo diagnostico preciso e affidabile nell’indagine della maturazione dell’ovario, premessa indispensabile per lo studio delle popolazioni. Le catture effettuate in Adriatico con i pescherecci commerciali evidenziano infatti uno sbilanciamento del pescato a favore di esemplari di taglia inferiore a quella di prima maturità sessuale, con la conseguente mancata possibilità di riproduzione di una alta percentuale della popolazione. Si sta quindi promuovendo, mediante la realizzazione di progetti coordinati sia a livello dei paesi mediterranei, che a livello mondiale, l’armonizzazione dei sistemi di monitoraggio e l’identificazione di comuni “reference point” relativi alla valutazione delle risorse biologiche, atti a promuovere misure di interventi mirati alla salvaguardia delle risorse marine.
2007
VALLISNERI M., STAGIONI M. (2007). La morfometria come mezzo diagnostico del ciclo maturativo dell’ovario nella sogliola comune. LETTERE GIC, 16 (2), 34-36.
VALLISNERI M.; STAGIONI M.
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