Nel caso Lopes Da Silva Jorge la Corte di giustizia è stata chiamata a pronunciarsi in merito all’interpretazione dell’art. 4, par. 6 della decisone quadro 2002/584 sul mandato d'arresto europeo (MAE). Si tratta del terzo rinvio pregiudiziale in merito all’interpretazione della stessa disposizione, segno dell'elevata sensibilità dell'argomento per gli Stati membri e delle difficoltà da essi incontrate per la sua esecuzione. Con tale ultima richiesta è stata quindi data l'opportunità alla Corte di precisare la propria giurisprudenza, ed in particolare la portata della sua precedente pronuncia nel caso Wolzenburg. Nello specifico, essa è stata investita del compito di individuare un equilibrio tra il potere discrezionale in capo agli Stati con riferimento all'attuazione della decisione quadro e le garanzie che l'Unione assicura ai propri cittadini nel momento in cui essi siano fatti oggetto di un mandato d'arresto. L’art. 4, par. 6 disciplina uno dei motivi di rifiuto all’esecuzione del MAE classificati come “facoltativi”; si tratta della clausola che permette alle autorità giudiziarie dello Stato che arresta il ricercato, nel caso di emissione del mandato d’arresto ai fini dell'esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà, di non procedere alla consegna. L'elevata sensibilità di tale disposizione ha una doppia origine. Da un lato essa realizza un equilibrio tra le esigenze di effettività della norma, attraverso l'applicazione del reciproco riconoscimento, e quelle di salvaguardia dei diritti della persona ricercata; dall'altro rappresenta il retaggio del classico divieto di consegna dei propri cittadini. Il problema al centro del caso attiene quindi, da un lato, alla valenza discriminatoria della trasposizione dell’art. 4, par. 6 della decisione quadro sul mandato d’arresto operata dal legislatore nazionale e, dall’altro, al margine di discrezionalità di cui godono gli Stati nell'attuazione della disposizione stessa.

"Il caso Lopes Da Silva Jorge: il difficile equilibrio fra mandato d’arresto europeo e diritti fondamentali"

RIGHI, SILVIA
2013

Abstract

Nel caso Lopes Da Silva Jorge la Corte di giustizia è stata chiamata a pronunciarsi in merito all’interpretazione dell’art. 4, par. 6 della decisone quadro 2002/584 sul mandato d'arresto europeo (MAE). Si tratta del terzo rinvio pregiudiziale in merito all’interpretazione della stessa disposizione, segno dell'elevata sensibilità dell'argomento per gli Stati membri e delle difficoltà da essi incontrate per la sua esecuzione. Con tale ultima richiesta è stata quindi data l'opportunità alla Corte di precisare la propria giurisprudenza, ed in particolare la portata della sua precedente pronuncia nel caso Wolzenburg. Nello specifico, essa è stata investita del compito di individuare un equilibrio tra il potere discrezionale in capo agli Stati con riferimento all'attuazione della decisione quadro e le garanzie che l'Unione assicura ai propri cittadini nel momento in cui essi siano fatti oggetto di un mandato d'arresto. L’art. 4, par. 6 disciplina uno dei motivi di rifiuto all’esecuzione del MAE classificati come “facoltativi”; si tratta della clausola che permette alle autorità giudiziarie dello Stato che arresta il ricercato, nel caso di emissione del mandato d’arresto ai fini dell'esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà, di non procedere alla consegna. L'elevata sensibilità di tale disposizione ha una doppia origine. Da un lato essa realizza un equilibrio tra le esigenze di effettività della norma, attraverso l'applicazione del reciproco riconoscimento, e quelle di salvaguardia dei diritti della persona ricercata; dall'altro rappresenta il retaggio del classico divieto di consegna dei propri cittadini. Il problema al centro del caso attiene quindi, da un lato, alla valenza discriminatoria della trasposizione dell’art. 4, par. 6 della decisione quadro sul mandato d’arresto operata dal legislatore nazionale e, dall’altro, al margine di discrezionalità di cui godono gli Stati nell'attuazione della disposizione stessa.
2013
Silvia Righi
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