Il volume ricostruisce, in alcuni significativi contesti europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Olanda), il rapporto creatosi tra sistema politico e gestione dei media radiotelevisivi dal secondo dopoguerra in poi. L’approccio comparato consente di mettere in relazione gli sviluppi dell’industria culturale audiovisiva ai contesti politico-istituzionali e sociali di cinque paesi che sembravano incarnare altrettanti, diversi, «modelli» di televisione pubblica. Se da un lato, infatti, le TV pubbliche europee cercarono di uniformarsi al modello per eccellenza costituito dall’inglese BBC e ai tre obiettivi di informare, educare, intrattenere il pubblico, dall’altro lato i rapporti di interscambio tra politica e aziende televisive diedero vita a forme di controllo/gestione del medium diverse da un paese all’altro, in quanto profondamente condizionate dal substrato politico-culturale di ciascun paese e dall’azione di partiti, istituzioni e società civile. Il volume dimostra quindi che, al di là delle semplificazioni, non è mai esistito un «modello» unico di televisione pubblica europea e che anche la contrapposizione tra il modello privatistico americano e quello pubblico europeo non è mai stata così netta come potrebbe sembrare ad un primo sguardo. La TV americana divenne infatti un punto di riferimento costante sia per la messa a punto in chiave tecnica delle trasmissioni sia per il loro contenuto e format. Particolarmente attento all’evolversi dei rapporti tra politica e televisione nel contesto italiano, il volume riporta, in conclusione, il punto di vista di quattro «testimoni» che a vario titolo e in diversi momenti hanno collaborato con la RAI-TV. In un momento come quello attuale di grossi cambiamenti nel settore radiotelevisivo, la loro testimonianza offre una prospettiva preziosa per comprendere meglio le scelte culturali e l’organizzazione politico-aziendale della RAI degli anni ’50 e ’60 e rappresenta l’occasione per trarre un bilancio complessivo dei rapporti tra mass media e mondo politico nel contesto italiano.
GUAZZALOCA G. (2007). IL GOVERNO DELLA TELEVISIONE O LA TELEVISIONE DEL GOVERNO? IL RAPPORTO TRA TV E SISTEMA POLITICO IN ITALIA (1954-1975). REGGIO EMILIA : DIABASIS.
IL GOVERNO DELLA TELEVISIONE O LA TELEVISIONE DEL GOVERNO? IL RAPPORTO TRA TV E SISTEMA POLITICO IN ITALIA (1954-1975)
GUAZZALOCA, GIULIA
2007
Abstract
Il volume ricostruisce, in alcuni significativi contesti europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Olanda), il rapporto creatosi tra sistema politico e gestione dei media radiotelevisivi dal secondo dopoguerra in poi. L’approccio comparato consente di mettere in relazione gli sviluppi dell’industria culturale audiovisiva ai contesti politico-istituzionali e sociali di cinque paesi che sembravano incarnare altrettanti, diversi, «modelli» di televisione pubblica. Se da un lato, infatti, le TV pubbliche europee cercarono di uniformarsi al modello per eccellenza costituito dall’inglese BBC e ai tre obiettivi di informare, educare, intrattenere il pubblico, dall’altro lato i rapporti di interscambio tra politica e aziende televisive diedero vita a forme di controllo/gestione del medium diverse da un paese all’altro, in quanto profondamente condizionate dal substrato politico-culturale di ciascun paese e dall’azione di partiti, istituzioni e società civile. Il volume dimostra quindi che, al di là delle semplificazioni, non è mai esistito un «modello» unico di televisione pubblica europea e che anche la contrapposizione tra il modello privatistico americano e quello pubblico europeo non è mai stata così netta come potrebbe sembrare ad un primo sguardo. La TV americana divenne infatti un punto di riferimento costante sia per la messa a punto in chiave tecnica delle trasmissioni sia per il loro contenuto e format. Particolarmente attento all’evolversi dei rapporti tra politica e televisione nel contesto italiano, il volume riporta, in conclusione, il punto di vista di quattro «testimoni» che a vario titolo e in diversi momenti hanno collaborato con la RAI-TV. In un momento come quello attuale di grossi cambiamenti nel settore radiotelevisivo, la loro testimonianza offre una prospettiva preziosa per comprendere meglio le scelte culturali e l’organizzazione politico-aziendale della RAI degli anni ’50 e ’60 e rappresenta l’occasione per trarre un bilancio complessivo dei rapporti tra mass media e mondo politico nel contesto italiano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.