La più antica produzione votiva superstite, che qui viene presa in esame, proviene principalmente dalle raccolte conservate presso i santuari di S. Maria del Monte (Cesena), S. Maria delle Grazie (Rimini), S. Nicola da Tolentino, N. S. della Guardia (Genova), N. S. del Boschetto (Camogli), N. S. di Montallegro (Rapallo). Si è inoltre tenuto conto delle tavolette votive del Museo storico navale di Venezia. Non si tratta sempre di santuari rivieraschi in senso stretto, ma è sembrato opportuno, anche per l’antichità di alcune tavolette a soggetto marinaro, non limitare l’indagine ai soli centri di culto costieri. La pittura su tavola rappresenta la principale novità, fra le svariate tipologie di oggetti votivi, che si manifesta a partire dagli ultimi secoli del Medioevo. Essa, peraltro, ci testimonia indirettamente anche la persistente fortuna di altre tipologie votive (come ad esempio i modellini di navi) le quali, per materiali e fattura (cera, legno, tessuti ecc.), sono andate più facilmente soggette al deperimento, alla distruzione, al trafugamento o al riuso. I modellini votivi di imbarcazioni, di cui abbiamo prove archeologiche fin dalla più remota antichità, venivano offerti anche dalle popolazioni marinare dell’epoca tardo-medievale, benché le attestazioni dirette di riproduzioni superstiti risalgano tutte a non prima dei secoli XVII-XVIII. La ricerca si avvale pertanto del contributo essenziale offerto dall’agiografia e dagli atti dei processi di canonizzazione dei ultimi secoli del Medioevo.

Gli ex voto marinari dell’Italia centro-settentrionale. Romagna e Marche, Liguria e Provenza nei secoli XIV-XVI

CANETTI, LUIGI
2014

Abstract

La più antica produzione votiva superstite, che qui viene presa in esame, proviene principalmente dalle raccolte conservate presso i santuari di S. Maria del Monte (Cesena), S. Maria delle Grazie (Rimini), S. Nicola da Tolentino, N. S. della Guardia (Genova), N. S. del Boschetto (Camogli), N. S. di Montallegro (Rapallo). Si è inoltre tenuto conto delle tavolette votive del Museo storico navale di Venezia. Non si tratta sempre di santuari rivieraschi in senso stretto, ma è sembrato opportuno, anche per l’antichità di alcune tavolette a soggetto marinaro, non limitare l’indagine ai soli centri di culto costieri. La pittura su tavola rappresenta la principale novità, fra le svariate tipologie di oggetti votivi, che si manifesta a partire dagli ultimi secoli del Medioevo. Essa, peraltro, ci testimonia indirettamente anche la persistente fortuna di altre tipologie votive (come ad esempio i modellini di navi) le quali, per materiali e fattura (cera, legno, tessuti ecc.), sono andate più facilmente soggette al deperimento, alla distruzione, al trafugamento o al riuso. I modellini votivi di imbarcazioni, di cui abbiamo prove archeologiche fin dalla più remota antichità, venivano offerti anche dalle popolazioni marinare dell’epoca tardo-medievale, benché le attestazioni dirette di riproduzioni superstiti risalgano tutte a non prima dei secoli XVII-XVIII. La ricerca si avvale pertanto del contributo essenziale offerto dall’agiografia e dagli atti dei processi di canonizzazione dei ultimi secoli del Medioevo.
2014
I Santuari e il mare
215
233
Luigi Canetti
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