La linea di costa vede messi in discussione i privilegi di cui ha potuto godere nelle fasi precedenti, dapprima come “terra di nessuno”, poi come spazio del rispecchiamento compiaciuto di un sistema sociale, ed è stimolata a recuperare una funzione ed un’immagine specifiche su nuove basi. L’indebolirsi della capacità d’attrazione turistica esercitata dalle coste, organizzate intorno ad attrezzature per il tempo libero, vede la contemporanea valorizzazione dei “nodi” delle nuove reti che forniscono l’intelaiatura comunicativa alle regioni turistiche emergenti. Tali regioni si nutrono di comunicazione istantanea e di sistemi di trasporto interni per far emergere le loro risorse e per renderle accessibili agli utenti, consentendo loro di selezionare le possibilità e di connetterle in “tempo reale” secondo traiettorie soggettivamente significative. L’affermarsi di questo modello riporta al centro della considerazione turistica le regioni marittime, ovvero quegli insiemi di città costiere, di riviere balneari e di entroterra ricchi di risorse culturali e ambientali che possono contare sul mare come via di comunicazione interna, tra le varie componenti di un sistema territoriale aperto a confronti molteplici. E tra i “nodi” di questo sistema assumono particolare rilevanza le città costiere, che diventano il simbolo di una nuova e più ampia possibilità di scelta (e di differenziazione) da parte degli utenti, che coinvolge sia le specificità dei diversi retroterra e della loro storia, altrettante matrici di identità, sia quelle rese accessibili da un mare che, non più sfondo di una messa in scena teatrale, rappresenta ormai, simbolicamente, la nuova dimensione delle relazioni globali. Negli orientamenti strategici degli imprenditori turistici già trova una significativa considerazione una regione turistica marittima di dimensioni intermedie come quella adriatica. Essa si configura come un’area al tempo stesso unitaria e differenziata, sufficientemente complessa per proporsi sia come vasta gamma di possibilità d’azione per coloro che si muovono al suo interno, sia come meta sufficientemente ricca di significati simbolici per poter esercitare una capacità d’attrazione a livello di mercato globale. Questa sembra essere la nuova sfida che si presenta alle aree consolidate del turismo balneare, se intendono sfuggire al destino minore di trasformarsi in quartieri urbani decentrati, specializzati per il soggiorno stagionale, nell’ambito di una dimensione metropolitana che li risucchia e tendenzialmente li rinchiude.

A. Savelli (2013). La mobilità turistica nelle regioni marittime: motivazioni emergenti e nuove strategie imprenditoriali. Milano : FRANCO ANGELI.

La mobilità turistica nelle regioni marittime: motivazioni emergenti e nuove strategie imprenditoriali

SAVELLI, ASTERIO
2013

Abstract

La linea di costa vede messi in discussione i privilegi di cui ha potuto godere nelle fasi precedenti, dapprima come “terra di nessuno”, poi come spazio del rispecchiamento compiaciuto di un sistema sociale, ed è stimolata a recuperare una funzione ed un’immagine specifiche su nuove basi. L’indebolirsi della capacità d’attrazione turistica esercitata dalle coste, organizzate intorno ad attrezzature per il tempo libero, vede la contemporanea valorizzazione dei “nodi” delle nuove reti che forniscono l’intelaiatura comunicativa alle regioni turistiche emergenti. Tali regioni si nutrono di comunicazione istantanea e di sistemi di trasporto interni per far emergere le loro risorse e per renderle accessibili agli utenti, consentendo loro di selezionare le possibilità e di connetterle in “tempo reale” secondo traiettorie soggettivamente significative. L’affermarsi di questo modello riporta al centro della considerazione turistica le regioni marittime, ovvero quegli insiemi di città costiere, di riviere balneari e di entroterra ricchi di risorse culturali e ambientali che possono contare sul mare come via di comunicazione interna, tra le varie componenti di un sistema territoriale aperto a confronti molteplici. E tra i “nodi” di questo sistema assumono particolare rilevanza le città costiere, che diventano il simbolo di una nuova e più ampia possibilità di scelta (e di differenziazione) da parte degli utenti, che coinvolge sia le specificità dei diversi retroterra e della loro storia, altrettante matrici di identità, sia quelle rese accessibili da un mare che, non più sfondo di una messa in scena teatrale, rappresenta ormai, simbolicamente, la nuova dimensione delle relazioni globali. Negli orientamenti strategici degli imprenditori turistici già trova una significativa considerazione una regione turistica marittima di dimensioni intermedie come quella adriatica. Essa si configura come un’area al tempo stesso unitaria e differenziata, sufficientemente complessa per proporsi sia come vasta gamma di possibilità d’azione per coloro che si muovono al suo interno, sia come meta sufficientemente ricca di significati simbolici per poter esercitare una capacità d’attrazione a livello di mercato globale. Questa sembra essere la nuova sfida che si presenta alle aree consolidate del turismo balneare, se intendono sfuggire al destino minore di trasformarsi in quartieri urbani decentrati, specializzati per il soggiorno stagionale, nell’ambito di una dimensione metropolitana che li risucchia e tendenzialmente li rinchiude.
2013
Contesti mediterranei in transizione. Mobilità turistica tra crisi e mutamento
44
62
A. Savelli (2013). La mobilità turistica nelle regioni marittime: motivazioni emergenti e nuove strategie imprenditoriali. Milano : FRANCO ANGELI.
A. Savelli
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