Numerose sono le definizioni date nel finire del secolo scorso ai probiotici: quella approvata dalla FAO a Roma nel 2001 è una delle più complete. Essa non fa differenze tra flora indigena e transitante, tra batteri sporigeni e non sporigeni. Ai fini pratici però tali distinzioni meritano la massima attenzione se si vogliono evitare insuccessi. Ai prebiotici la ricerca e la pratica zootecnica rivolgono molto interesse in virtù dei benefici che sono in grado di apportare. E' nato così il concetto di simbiotico, già sperimentalmente da noi acquisito negli anni '80, secondo cui l'associazione probiotici e prebiotici può sortire effetti sinergici. Una cosa è oggi certa: né probiotici, né prebiotici e nemmeno la loro associazione sono fonte di preoccupazione. La loro innocuità fa si che il principio fondamentale "primum non nocere" sia tutelato.
Mordenti A., Mordenti A.L. (2005). Probiosi un secolo di progressi. OBIETTIVI E DOCUMENTI VETERINARI, XXVI (2), 39-45.
Probiosi un secolo di progressi
MORDENTI, ATTILIO;MORDENTI, ARCHIMEDE
2005
Abstract
Numerose sono le definizioni date nel finire del secolo scorso ai probiotici: quella approvata dalla FAO a Roma nel 2001 è una delle più complete. Essa non fa differenze tra flora indigena e transitante, tra batteri sporigeni e non sporigeni. Ai fini pratici però tali distinzioni meritano la massima attenzione se si vogliono evitare insuccessi. Ai prebiotici la ricerca e la pratica zootecnica rivolgono molto interesse in virtù dei benefici che sono in grado di apportare. E' nato così il concetto di simbiotico, già sperimentalmente da noi acquisito negli anni '80, secondo cui l'associazione probiotici e prebiotici può sortire effetti sinergici. Una cosa è oggi certa: né probiotici, né prebiotici e nemmeno la loro associazione sono fonte di preoccupazione. La loro innocuità fa si che il principio fondamentale "primum non nocere" sia tutelato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.