Con riferimento all’Adriatico, vengono prese in considerazione tre fasi di sviluppo, i cui modelli ritroviamo compresenti anche oggi. La prima è connessa all’immagine di una costa che rappresenta simbolicamente l’“altrove”, ciò che è altro, irriducibilmente diverso ed esterno rispetto all’ordinaria realtà del lavoro, simbolicamente dominata dalla fabbrica, nel quadro della società industriale classica. Con questo termine intendiamo riferirci alla lunga fase di sviluppo che va dalla prima rivoluzione industriale fino alla grande depressione del 1929-33. La seconda fase è quella caratterizzata dalla cosiddetta società industriale avanzata. Possiamo collocarla tra gli anni trenta e gli anni settanta del Novecento e identificare il suo cuore in quelli che i francesi chiamano «le trente glorieuses» e che in Italia facciamo coincidere con il «miracolo economico». È la fase in cui la fabbrica, quella struttura distinta e dinamica che abbiamo prima considerato come protagonista della società industriale classica, si appropria tendenzialmente di tutto lo spazio e di tutto il tempo dei soggetti che coinvolge, sia come produttori, sia come consumatori. Con l'avvento della società postindustriale si apre una nuova fase, caratterizzata da una destrutturazione degli assetti territoriali che sono stati disegnati nella fase precedente. Perdendo di senso l’appartenenza, perché non c’è più una nitida rappresentazione complessiva alla quale ci si possa ritenere appartenenti, perde di senso anche la zonizzazione del territorio secondo diverse funzioni specializzate, compresa quella turistica. Perdono di senso cioè la città turistica e la riviera balneare, in quanto aree sacralizzate, distinte dal territorio profano della vita ordinaria, con le sue zone dedicate alle molteplici funzioni produttive e commerciali. Non è più tanto la qualità oggettiva del territorio in cui si reca che fa di un visitatore un turista, ma è il tipo di rapporto che egli instaurerà con le risorse del territorio, qualsiasi territorio, in una dimensione peraltro ormai globalizzata. La linea di costa, in questo quadro evolutivo, vede messi in discussione i privilegi e le rendite di posizione di cui ha potuto godere nelle fasi precedenti (dapprima terra di nessuno, poi spazio del rispecchiamento compiaciuto di un sistema sociale) ed è stimolata a recuperare funzioni ed immagini specifiche su nuove basi.

A. Savelli (2012). La linea di costa nell'immagine turistica del territorio. MILANO : Bruno Mondadori.

La linea di costa nell'immagine turistica del territorio

SAVELLI, ASTERIO
2012

Abstract

Con riferimento all’Adriatico, vengono prese in considerazione tre fasi di sviluppo, i cui modelli ritroviamo compresenti anche oggi. La prima è connessa all’immagine di una costa che rappresenta simbolicamente l’“altrove”, ciò che è altro, irriducibilmente diverso ed esterno rispetto all’ordinaria realtà del lavoro, simbolicamente dominata dalla fabbrica, nel quadro della società industriale classica. Con questo termine intendiamo riferirci alla lunga fase di sviluppo che va dalla prima rivoluzione industriale fino alla grande depressione del 1929-33. La seconda fase è quella caratterizzata dalla cosiddetta società industriale avanzata. Possiamo collocarla tra gli anni trenta e gli anni settanta del Novecento e identificare il suo cuore in quelli che i francesi chiamano «le trente glorieuses» e che in Italia facciamo coincidere con il «miracolo economico». È la fase in cui la fabbrica, quella struttura distinta e dinamica che abbiamo prima considerato come protagonista della società industriale classica, si appropria tendenzialmente di tutto lo spazio e di tutto il tempo dei soggetti che coinvolge, sia come produttori, sia come consumatori. Con l'avvento della società postindustriale si apre una nuova fase, caratterizzata da una destrutturazione degli assetti territoriali che sono stati disegnati nella fase precedente. Perdendo di senso l’appartenenza, perché non c’è più una nitida rappresentazione complessiva alla quale ci si possa ritenere appartenenti, perde di senso anche la zonizzazione del territorio secondo diverse funzioni specializzate, compresa quella turistica. Perdono di senso cioè la città turistica e la riviera balneare, in quanto aree sacralizzate, distinte dal territorio profano della vita ordinaria, con le sue zone dedicate alle molteplici funzioni produttive e commerciali. Non è più tanto la qualità oggettiva del territorio in cui si reca che fa di un visitatore un turista, ma è il tipo di rapporto che egli instaurerà con le risorse del territorio, qualsiasi territorio, in una dimensione peraltro ormai globalizzata. La linea di costa, in questo quadro evolutivo, vede messi in discussione i privilegi e le rendite di posizione di cui ha potuto godere nelle fasi precedenti (dapprima terra di nessuno, poi spazio del rispecchiamento compiaciuto di un sistema sociale) ed è stimolata a recuperare funzioni ed immagini specifiche su nuove basi.
2012
Milano Marittima 100. Paesaggi e architetture per il turismo balneare
289
296
A. Savelli (2012). La linea di costa nell'immagine turistica del territorio. MILANO : Bruno Mondadori.
A. Savelli
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/129618
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact