Il contributo analizza la decisione con cui la Corte suprema ha considerato in gran parte conforme alla Costituzione la riforma sanitaria approvata dal Congresso statunitense nel 2010 e considerata la principale eredità dell'amministrazione Obama. L'opinion of the Court viene redatta dal Chief Justice Roberts (nominato dal Presidente Bush nel 2005) che, votando con i giudici di nomina democratica, sostiene la legittimità dell'obbligo individuale di acquistare un'assicurazione sanitaria. Contemporaneamente, però, insieme agli altri giudici di nomina repubblicana, sostiene l'incostituzionalità della disciplina relativa all'estensione del Medicaid. La decisione del Chief Justice, come evidente, è estremamente articolata e complessa: salvando l’individual mandate Roberts ha evitato di delegittimare l’amministrazione democratica in carica, evitando che la Corte da lui presieduta e composta da una maggioranza di giudici conservatori, fosse accusata di eccessiva "militanza". D’altro canto, però, nel corso della sua opinion ha dato voce alla dottrina repubblicana filo-statale, colpendo i conditional grants, un tradizionale strumento di espansione delle competenze federali, e introducendo nuove argomentazioni che sembrano circoscrivere tanto il potere federale sul commercio quanto i poteri impliciti. Pur non essendo prevedibile quale sarà il seguito che queste argomentazioni avranno nella futura giurisprudenza della Corte Roberts, il dubbio di molti commentatori è che questa sentenza consegni, insieme ad un «evidente vincitore», il Presidente Obama, «un meno evidente sconfitto: il governo federale».

C. Bologna (2012). La Corte suprema sulla riforma sanitaria: una vittoria per Obama e una sconfitta per il governo federale?. QUADERNI COSTITUZIONALI, 3/2012, 653-657.

La Corte suprema sulla riforma sanitaria: una vittoria per Obama e una sconfitta per il governo federale?

BOLOGNA, CHIARA
2012

Abstract

Il contributo analizza la decisione con cui la Corte suprema ha considerato in gran parte conforme alla Costituzione la riforma sanitaria approvata dal Congresso statunitense nel 2010 e considerata la principale eredità dell'amministrazione Obama. L'opinion of the Court viene redatta dal Chief Justice Roberts (nominato dal Presidente Bush nel 2005) che, votando con i giudici di nomina democratica, sostiene la legittimità dell'obbligo individuale di acquistare un'assicurazione sanitaria. Contemporaneamente, però, insieme agli altri giudici di nomina repubblicana, sostiene l'incostituzionalità della disciplina relativa all'estensione del Medicaid. La decisione del Chief Justice, come evidente, è estremamente articolata e complessa: salvando l’individual mandate Roberts ha evitato di delegittimare l’amministrazione democratica in carica, evitando che la Corte da lui presieduta e composta da una maggioranza di giudici conservatori, fosse accusata di eccessiva "militanza". D’altro canto, però, nel corso della sua opinion ha dato voce alla dottrina repubblicana filo-statale, colpendo i conditional grants, un tradizionale strumento di espansione delle competenze federali, e introducendo nuove argomentazioni che sembrano circoscrivere tanto il potere federale sul commercio quanto i poteri impliciti. Pur non essendo prevedibile quale sarà il seguito che queste argomentazioni avranno nella futura giurisprudenza della Corte Roberts, il dubbio di molti commentatori è che questa sentenza consegni, insieme ad un «evidente vincitore», il Presidente Obama, «un meno evidente sconfitto: il governo federale».
2012
C. Bologna (2012). La Corte suprema sulla riforma sanitaria: una vittoria per Obama e una sconfitta per il governo federale?. QUADERNI COSTITUZIONALI, 3/2012, 653-657.
C. Bologna
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