La sansa di oliva disoleata è da sempre considerata una risorsa potenziale, piuttosto che una scoria priva di valore. Sebbene costi circa la metà rispetto al nocciolino di sansa, possiede un potere calorifico di poco inferiore a quest’ultimo (4400 kcal/kg, cento in meno del nocciolino di sansa). Sul piano del massimo utilizzo della risorsa “oliva”, inoltre, la sansa disoleata rappresenta il residuo finale di due lavorazioni, il processo di estrazione fisico-meccanica e il successivo processo di estrazione con solvente (n-esano), entrambi capaci di produrre oli alimentari (oliva vergine e raffinato e sansa di oliva). Essa costituisce il solo residuo solido (se si escludono le polveri e i soluti contenuti nelle acque di vegetazione), dopo che l’oliva è stata completamente privata di olio. L’impiego della sansa disoleata a scopo energetico, tuttavia, è stato negli anni considerato problematico e rischioso e la sansa disoleata è rimasta a lungo in un “limbo normativo”, carente di indicazioni univoche in merito alla sua categorizzazione e qualità. L'articolo affronta la storia recente dell'utilizzo della sansa e le possibilità offerte dalla normativa in vigore.

T Gallina Toschi, E Buscaroli (2012). L'impiego energetico della sansa disoleata. OLIVO & OLIO, 15, 18-21.

L'impiego energetico della sansa disoleata

GALLINA TOSCHI, TULLIA;
2012

Abstract

La sansa di oliva disoleata è da sempre considerata una risorsa potenziale, piuttosto che una scoria priva di valore. Sebbene costi circa la metà rispetto al nocciolino di sansa, possiede un potere calorifico di poco inferiore a quest’ultimo (4400 kcal/kg, cento in meno del nocciolino di sansa). Sul piano del massimo utilizzo della risorsa “oliva”, inoltre, la sansa disoleata rappresenta il residuo finale di due lavorazioni, il processo di estrazione fisico-meccanica e il successivo processo di estrazione con solvente (n-esano), entrambi capaci di produrre oli alimentari (oliva vergine e raffinato e sansa di oliva). Essa costituisce il solo residuo solido (se si escludono le polveri e i soluti contenuti nelle acque di vegetazione), dopo che l’oliva è stata completamente privata di olio. L’impiego della sansa disoleata a scopo energetico, tuttavia, è stato negli anni considerato problematico e rischioso e la sansa disoleata è rimasta a lungo in un “limbo normativo”, carente di indicazioni univoche in merito alla sua categorizzazione e qualità. L'articolo affronta la storia recente dell'utilizzo della sansa e le possibilità offerte dalla normativa in vigore.
2012
T Gallina Toschi, E Buscaroli (2012). L'impiego energetico della sansa disoleata. OLIVO & OLIO, 15, 18-21.
T Gallina Toschi; E Buscaroli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/112075
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