La prima spinta a sviluppare una sociologia del turismo in Italia è venuta dai processi di mutamento sociale che si erano imposti negli anni ’60 e ’70 del Novecento. Il fenomeno della privatizzazione del tempo libero e quello, contemporaneo, della massificazione dei comportamenti costituirono i primi temi di riflessione, cui si affiancarono presto i mutamenti dell’assetto sociale delle campagne, il ruolo che il turismo poteva assumere in questi spazi per frenare o compensare i processi migratori, i rischi connessi ai vari tipi di colonizzazione turistica del territorio ed infine i mutamenti intervenuti nell’assetto dei valori e delle pratiche di tempo libero nelle comunità di piccole o medie dimensioni. Il tema che ha polarizzato il maggiore interesse è stato l’impatto del turismo sulle comunità locali delle aree di destinazione. Le forti differenze regionali che sono state registrate, sia nei tempi dello sviluppo turistico, sia nelle modalità imprenditoriali e nei livelli di partecipazione della popolazione locale, hanno determinato una particolare attenzione alla dimensione regionale dei problemi e delle politiche per il turismo. Successivamente, la città post-fordista ha dato vita ad un nuovo rinascimento urbano ed è diventata momento unificante della domanda turistica, canalizzandola sia al proprio interno che su ampi spazi regionali. La nuova dinamicità del turismo ha determinato anche un nuovo modo di affrontare i problemi della sostenibilità dello sviluppo: dall’allarme per i processi di invasione e di distruzione delle risorse territoriali si è passati all’attenzione per le modalità di sviluppo turistico funzionali alla conservazione ed alla valorizzazione delle risorse, comprese quelle delle aree protette. Emergono, intanto, nuovi significati sociali del turismo, in una prospettiva di valorizzazione della soggettività. Un individuo che è sempre più frammentato dai molteplici e disordinati coinvolgimenti nei diversi sottosistemi della società post-industriale cerca di ricostruire la sua unità e la sua memoria recuperando momenti interstiziali di libertà, di gioco, di improvvisazione e di stupore. L’avvio di una sociologia del turismo mediterraneo, infine, non porta soltanto ad un confronto di approcci, metodologie e oggetti di indagine, ma anche ad un nuovo modo di immaginare il turismo, di proiettare i bisogni e i desideri sulla scala territoriale.

A. Savelli (2011). I percorsi della sociologia del turismo in Italia. RIVISTA DI SCIENZE DEL TURISMO, N. 1, 2011, 5-43.

I percorsi della sociologia del turismo in Italia

SAVELLI, ASTERIO
2011

Abstract

La prima spinta a sviluppare una sociologia del turismo in Italia è venuta dai processi di mutamento sociale che si erano imposti negli anni ’60 e ’70 del Novecento. Il fenomeno della privatizzazione del tempo libero e quello, contemporaneo, della massificazione dei comportamenti costituirono i primi temi di riflessione, cui si affiancarono presto i mutamenti dell’assetto sociale delle campagne, il ruolo che il turismo poteva assumere in questi spazi per frenare o compensare i processi migratori, i rischi connessi ai vari tipi di colonizzazione turistica del territorio ed infine i mutamenti intervenuti nell’assetto dei valori e delle pratiche di tempo libero nelle comunità di piccole o medie dimensioni. Il tema che ha polarizzato il maggiore interesse è stato l’impatto del turismo sulle comunità locali delle aree di destinazione. Le forti differenze regionali che sono state registrate, sia nei tempi dello sviluppo turistico, sia nelle modalità imprenditoriali e nei livelli di partecipazione della popolazione locale, hanno determinato una particolare attenzione alla dimensione regionale dei problemi e delle politiche per il turismo. Successivamente, la città post-fordista ha dato vita ad un nuovo rinascimento urbano ed è diventata momento unificante della domanda turistica, canalizzandola sia al proprio interno che su ampi spazi regionali. La nuova dinamicità del turismo ha determinato anche un nuovo modo di affrontare i problemi della sostenibilità dello sviluppo: dall’allarme per i processi di invasione e di distruzione delle risorse territoriali si è passati all’attenzione per le modalità di sviluppo turistico funzionali alla conservazione ed alla valorizzazione delle risorse, comprese quelle delle aree protette. Emergono, intanto, nuovi significati sociali del turismo, in una prospettiva di valorizzazione della soggettività. Un individuo che è sempre più frammentato dai molteplici e disordinati coinvolgimenti nei diversi sottosistemi della società post-industriale cerca di ricostruire la sua unità e la sua memoria recuperando momenti interstiziali di libertà, di gioco, di improvvisazione e di stupore. L’avvio di una sociologia del turismo mediterraneo, infine, non porta soltanto ad un confronto di approcci, metodologie e oggetti di indagine, ma anche ad un nuovo modo di immaginare il turismo, di proiettare i bisogni e i desideri sulla scala territoriale.
2011
A. Savelli (2011). I percorsi della sociologia del turismo in Italia. RIVISTA DI SCIENZE DEL TURISMO, N. 1, 2011, 5-43.
A. Savelli
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