Importanza della risposta immunitaria nei confronti di commensali residenti e non, per la definizione di strategie d’impiego di probiotici nella dieta del suino in svezzamento. Con l’impiego di probiotici spesso si osserva una maggiore risposta umorale, ma non è documentato se l’animale d’allevamento reagisca anche contro lo stesso probiotico. Sono stati analizzati campioni di sangue e saliva raccolti in due prove di somministrazione di probiotici a suini in svezzamento:A) Lactobacillus rhamnosus GG, non tipico del suino; B) Lactobacillus sobrius 001T, isolato dal suino. Anticorpi probiotico specifici sono stati riscontrati nel siero dei soggetti prima del trattamento (prova A) e nei gruppi di controllo, nonostante l’assenza di DNA ceppo-specifico nel loro contenuto intestinale (prova A e B). Utilizzando un test ELISA su siero o saliva preincubati con uno o l’altro dei lattobacilli, si è visto che ciascuno di questi lega parte delle IgA specifiche per l’altro. Quindi batteri con differente affinità per il suino possono presentare attività immunologia crociata reciproca. Nella definizione dell’impiego di un probiotico nella dieta del suinetto si deve valutare con attenzione la presenza di anticorpi già attivi prima della sua somministrazione.
L. Casini, S.Kostantinov, F. Coloretti, S. De Filippi, M. Mazzoni, P. Trevisi, et al. (2005). Relevance of immune response against resident and not resident commensal strains for the definition of strategies of probiotic supply in the diet of weaning pigs. [10.4081/ijas.2005.2s.455].
Relevance of immune response against resident and not resident commensal strains for the definition of strategies of probiotic supply in the diet of weaning pigs.
COLORETTI, FABIO;DE FILIPPI, SARA;MAZZONI, MAURIZIO;TREVISI, PAOLO;BOSI, PAOLO
2005
Abstract
Importanza della risposta immunitaria nei confronti di commensali residenti e non, per la definizione di strategie d’impiego di probiotici nella dieta del suino in svezzamento. Con l’impiego di probiotici spesso si osserva una maggiore risposta umorale, ma non è documentato se l’animale d’allevamento reagisca anche contro lo stesso probiotico. Sono stati analizzati campioni di sangue e saliva raccolti in due prove di somministrazione di probiotici a suini in svezzamento:A) Lactobacillus rhamnosus GG, non tipico del suino; B) Lactobacillus sobrius 001T, isolato dal suino. Anticorpi probiotico specifici sono stati riscontrati nel siero dei soggetti prima del trattamento (prova A) e nei gruppi di controllo, nonostante l’assenza di DNA ceppo-specifico nel loro contenuto intestinale (prova A e B). Utilizzando un test ELISA su siero o saliva preincubati con uno o l’altro dei lattobacilli, si è visto che ciascuno di questi lega parte delle IgA specifiche per l’altro. Quindi batteri con differente affinità per il suino possono presentare attività immunologia crociata reciproca. Nella definizione dell’impiego di un probiotico nella dieta del suinetto si deve valutare con attenzione la presenza di anticorpi già attivi prima della sua somministrazione.File | Dimensione | Formato | |
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