L’esperienza emozionale è stata tradizionalmente negata, rimossa o anche solo svalutata, da parte della civiltà occidentale, che l’ha relegata fra le dimensioni “basse” e meramente private dell’esistenza: poco più che un dispositivo di autoregolazione psichica e viscerale, socialmente imbarazzante e non meritevole d’attenzione. È stato necessario attendere la crisi di quella tradizione, affinché le emozioni riemergessero nelle loro potenzialità euristiche e semantiche, grazie al recupero di quelle tensioni esistenziali che la grande tragedia attica del V secolo aveva posto a fondamento della nascita della civiltà. Esistenzialismo, psicanalisi, neuroscienze hanno modificato il quadro di riferimento della riflessione pedagogica, che, attraverso le pedagogie nere del passato, aveva ampiamente contribuito a delegittimare l’esperienza emozionale. Dal punto di vista scientifico, oggi è possibile prendere atto del suo pieno riconoscimento, ma le trasformazioni in atto del contesto storico-sociale sollevano un nuovo ordine di problemi: l’allentamento dei legami comunitari ha reso tiepida, se non fredda e triste, l’esperienza sociale, provocando in forme nuove un’ulteriore esperienza di spegnimento delle emozioni. Intanto, la storia si presenta con i suoi inquietanti appuntamenti: da un lato, la sfida dell’accoglienza, dall’altro, il ritorno delle guerre sul suolo europeo.
Fabbri, M. (2024). La complessità dell’esperienza emozionale fra agire quotidiano e orizzonti di civiltà. RIVISTA LASALLIANA, 91(4), 451-463.
La complessità dell’esperienza emozionale fra agire quotidiano e orizzonti di civiltà
maurizio fabbri
2024
Abstract
L’esperienza emozionale è stata tradizionalmente negata, rimossa o anche solo svalutata, da parte della civiltà occidentale, che l’ha relegata fra le dimensioni “basse” e meramente private dell’esistenza: poco più che un dispositivo di autoregolazione psichica e viscerale, socialmente imbarazzante e non meritevole d’attenzione. È stato necessario attendere la crisi di quella tradizione, affinché le emozioni riemergessero nelle loro potenzialità euristiche e semantiche, grazie al recupero di quelle tensioni esistenziali che la grande tragedia attica del V secolo aveva posto a fondamento della nascita della civiltà. Esistenzialismo, psicanalisi, neuroscienze hanno modificato il quadro di riferimento della riflessione pedagogica, che, attraverso le pedagogie nere del passato, aveva ampiamente contribuito a delegittimare l’esperienza emozionale. Dal punto di vista scientifico, oggi è possibile prendere atto del suo pieno riconoscimento, ma le trasformazioni in atto del contesto storico-sociale sollevano un nuovo ordine di problemi: l’allentamento dei legami comunitari ha reso tiepida, se non fredda e triste, l’esperienza sociale, provocando in forme nuove un’ulteriore esperienza di spegnimento delle emozioni. Intanto, la storia si presenta con i suoi inquietanti appuntamenti: da un lato, la sfida dell’accoglienza, dall’altro, il ritorno delle guerre sul suolo europeo.| File | Dimensione | Formato | |
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