Angeli e intelligenze. Una nota sulla quaestio secunda dei Problemata determinata di Alberto Magno

In his Problemata determinata (1271), Albert the Great criticizes the “popular” view that angelic creatures coincide with the celestial intelligences of the Peripatetic philosophy. Critical studies have often pointed out that this position represents a significant evolution in Albertine angelology, which, especially in the Parisian writings, would instead willingly attribute a cosmological role to angels. The present article aims to dispel this misunderstanding by showing how in the Problemata the boundaries dividing a theological from a philosophical reading of the problem are being defined more precisely, a distinction of which Albert was already fully aware in De quattuor coaequaevis and in his commentary on the Sententiae.

Nei Problemata determinata (1271), Alberto Magno disapprova l’opinione “popolare” secondo cui le creature angeliche coinciderebbero con le intelligenze celesti di cui parla la filosofia peripatetica. Molto spesso gli studi critici hanno sottolineato come questa presa di posizione costituisca un significativo cambiamento nell’angelologia albertina, che soprattutto negli scritti parigini avrebbe invece attribuito volentieri un ruolo cosmologico agli angeli. Il presente articolo intende sfatare questo equivoco, mostrando come nei Problemata si stanno definendo con maggior precisione i confini che dividono una lettura teologica da una filosofica del problema, distinzione di cui era Alberto già perfettamente consapevole nel De quattuor coaequaevis e nel commento alle Sententiae.