Lo studio prende in esame le ragioni (strettamente legate al sequestro del poema da parte della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti nel 1627), della scarsissima fortuna musicale di ottave tratte dall’Adone di Giovan Battista Marino (Parigi 1623), a fronte del clamoroso successo che ebbero tra i compositori, fino agli anni’40 del Seicento, le liriche tratte dalle tre parti delle sue Rime (1602-1614). Dopo una succinta ricognizione delle vicende censorie dell’Adone, e dei tentativi esperiti (ma che non ebbero successo) dai protettori del Marino per ottenere dalla Congregazione il “si stampi” dopo una revisione del poema che eliminasse i luoghi testuali maggiormente invisi ai censori, salvandolo dal sequestro, lo studio affronta brevemente la questione della censura ecclesiastica di intonazioni musicali di poesie “lascive et amorose” nei primi decenni del XVII secolo. La seconda parte del saggio commenta le diverse intonazioni di ottave dell’Adone che compaiono in una decina di raccolte musicali a stampa – pubblicate tra il dal 1615 e il 1640 - ad opera di Sigismondo D’India, Desiderio Pecci, Antonio Marastoni, Francesco Pasquali, Annibale Gregori, Martino Pesenti Giovanni Antonio Rigatti e Giovanni Rovetta, oltre alla notizia, ricavabile da una fonte coeva, dell’esecuzione, in canto all’improvviso, di alcune stanze del poema da parte di Adriana Basile e Francesca Caccini alla fine del 1623 a Roma alla presenza del poeta. Delle intonazioni di Rigatti e Rovetta viene fornito anche qualche ragguaglio sulla segmentazione e sull’organizzazione formale della messa in musica delle ottave prescelte, sottolineando la relazione di tali aspetti compositivi con il significato delle ottave musicate.
Cecchi, P. (2024). NOTE SULLA CENSURA DELL’ADONE MARINIANO E SULLA SUA (S)FORTUNA MUSICALE (1615-1640). IL SAGGIATORE MUSICALE, XXXI(1), 3-31.
NOTE SULLA CENSURA DELL’ADONE MARINIANO E SULLA SUA (S)FORTUNA MUSICALE (1615-1640)
Cecchi Paolo
2024
Abstract
Lo studio prende in esame le ragioni (strettamente legate al sequestro del poema da parte della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti nel 1627), della scarsissima fortuna musicale di ottave tratte dall’Adone di Giovan Battista Marino (Parigi 1623), a fronte del clamoroso successo che ebbero tra i compositori, fino agli anni’40 del Seicento, le liriche tratte dalle tre parti delle sue Rime (1602-1614). Dopo una succinta ricognizione delle vicende censorie dell’Adone, e dei tentativi esperiti (ma che non ebbero successo) dai protettori del Marino per ottenere dalla Congregazione il “si stampi” dopo una revisione del poema che eliminasse i luoghi testuali maggiormente invisi ai censori, salvandolo dal sequestro, lo studio affronta brevemente la questione della censura ecclesiastica di intonazioni musicali di poesie “lascive et amorose” nei primi decenni del XVII secolo. La seconda parte del saggio commenta le diverse intonazioni di ottave dell’Adone che compaiono in una decina di raccolte musicali a stampa – pubblicate tra il dal 1615 e il 1640 - ad opera di Sigismondo D’India, Desiderio Pecci, Antonio Marastoni, Francesco Pasquali, Annibale Gregori, Martino Pesenti Giovanni Antonio Rigatti e Giovanni Rovetta, oltre alla notizia, ricavabile da una fonte coeva, dell’esecuzione, in canto all’improvviso, di alcune stanze del poema da parte di Adriana Basile e Francesca Caccini alla fine del 1623 a Roma alla presenza del poeta. Delle intonazioni di Rigatti e Rovetta viene fornito anche qualche ragguaglio sulla segmentazione e sull’organizzazione formale della messa in musica delle ottave prescelte, sottolineando la relazione di tali aspetti compositivi con il significato delle ottave musicate.File | Dimensione | Formato | |
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