Licenziamento per falsa attestazione di presenza in servizio e controlli a distanza

Over the past thirty years, throughout the reforms of the public employment, the Italian legislator has intervened several times on disciplinary power, laying down the sanctions by law and reducing the scope of collective agreements. Promoting disciplinary power as a work organization tool to foster efficiency in the public administration has partially disclaimed the goal of unification between public and private employment. In doing so, issues arise with respect to the interferences in the public sector of coexisting but contrasting labour law provisions. This essay focuses on the dismissal for misrepresentation of working hours. According to the Legislative Decree no. 116/2016, the specific disciplinary procedure contrasts with Article 4 of the Italian Workers’ Statute of Rights, insofar as it enables an immediate use of the data collected.

Nel corso delle riforme del lavoro pubblico degli ultimi trent’anni, il legislatore è intervenuto più volte sul potere disciplinare, tipizzando le fattispecie sanzionatorie e circoscrivendo gli spazi del contratto collettivo in materia. La scelta di elevare il potere disciplinare a strumento organizzativo per perseguire l’efficienza delle pubbliche amministrazioni ha disallineato gli intenti originari di privatizzazione, con effetti che si irradiano sul rapporto tra concorrenti discipline applicate ai dipendenti pubblici. Il contributo si concentra in particolare sul licenziamento per falsa attestazione di presenza in servizio, ove l’apposito procedimento disciplinare, introdotto dal d.lgs n. 116 del 2016, è in contrasto con l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori perché presuppone l’immediato utilizzo dei dati raccolti dagli strumenti di sorveglianza.