La Neurodiversità è un concetto nato in ambito sociologico che sta lentamente cambiando la nostra percezione e la nostra prospettiva rispetto al neurosviluppo e ai disturbi a esso connessi. Tale paradigma, coniato nel 1998 dalla sociologa autistica Judy Singer, afferma che non esistono in natura due individui con un identico funzionamento cognitivo per via del fatto che la neurodiversità è, a tutti gli effetti, un sottoinsieme del concetto più esteso di biodiversità. Oggi è sempre più necessario prendere in considerazione e definire ciò che da più parti vari movimenti di advocacy e i Disability Studies definiscono come Neuroatipicità o Neurodivergenza. Alla luce di ciò è necessaria una revisione dei concetti di educazione speciale e inclusiva. Tali discipline, invece di assecondare le singole traiettorie del neurosviluppo proprie di ogni individuo trattano, spesso in via medicalizzante e patologizzante, le condizioni di neurodivergenza esclusivamente come deviazioni da una singola e unica norma. La proposta è pertanto quella di fondare una Pedagogia della Neurodiversità che, affiancandosi ad altre Pedagogie con una storia più ricca e articolata, come quella interculturale e di genere, analizzi e operazionalizzi, all’interno di una cornice unica, le variabili proprie delle diverse traiettorie di sviluppo neurologico di ogni individuo in modo multidimensionale e quali-quantitativo.
Marco Cadavero, Anna Salerni (2022). Per una Pedagogia della Neurodiversità. I PROBLEMI DELLA PEDAGOGIA, LXVIII(2), 285-310.
Per una Pedagogia della Neurodiversità
Marco Cadavero;
2022
Abstract
La Neurodiversità è un concetto nato in ambito sociologico che sta lentamente cambiando la nostra percezione e la nostra prospettiva rispetto al neurosviluppo e ai disturbi a esso connessi. Tale paradigma, coniato nel 1998 dalla sociologa autistica Judy Singer, afferma che non esistono in natura due individui con un identico funzionamento cognitivo per via del fatto che la neurodiversità è, a tutti gli effetti, un sottoinsieme del concetto più esteso di biodiversità. Oggi è sempre più necessario prendere in considerazione e definire ciò che da più parti vari movimenti di advocacy e i Disability Studies definiscono come Neuroatipicità o Neurodivergenza. Alla luce di ciò è necessaria una revisione dei concetti di educazione speciale e inclusiva. Tali discipline, invece di assecondare le singole traiettorie del neurosviluppo proprie di ogni individuo trattano, spesso in via medicalizzante e patologizzante, le condizioni di neurodivergenza esclusivamente come deviazioni da una singola e unica norma. La proposta è pertanto quella di fondare una Pedagogia della Neurodiversità che, affiancandosi ad altre Pedagogie con una storia più ricca e articolata, come quella interculturale e di genere, analizzi e operazionalizzi, all’interno di una cornice unica, le variabili proprie delle diverse traiettorie di sviluppo neurologico di ogni individuo in modo multidimensionale e quali-quantitativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.