La crescente attenzione ai paesaggi del primo cinema è attestata anche dalle sempre più frequenti pratiche di riuso e “re-visualizzazione” dei paesaggi filmici del primo Novecento promosse da svariate produzioni audiovisive, realtà educative, formative e scolastiche, musei, istituzioni culturali, enti di promozione turistica, amministrazioni territoriali, reti sociali e “comunità di paesaggio”. Proprio dalla crescente ricorsività di queste pratiche di riuso, le immagini paesaggistiche del primo cinema stanno rivelando un grande potenziale comunicativo per sostenere la conoscenza e la memoria storica dei territori, e per approfondire la comprensione dei processi di trasformazione dei paesaggi e dell’ambiente volta anche alla loro pianificazione. A fronte di questo diffuso interesse per le immagini paesaggistiche del muto nell’ambito dei film studies, ma anche nelle pratiche della produzione audiovisiva e delle iniziative di public engagement, il nesso cinema muto/territorio/paesaggi non ci pare invece ancora adeguatamente esplorato dalle numerose discipline che studiano i territori. Anche se va certamente riconosciuto come negli ultimi decenni le fonti filmiche correlate ai paesaggi abbiano ispirano interessanti studi in ambito geografico, sociologico, architettonico, storico-urbanistico, estetologico, storico-artistico, nelle discipline che si occupano di paesaggio è difficile riscontrare una specifica attenzione per il cinema muto internazionale come fonte importante, se non determinante, per lo studio dei paesaggi storici finalizzati anche alla loro tutela evolutiva, a differenza di quanto accade ormai da tempo per le fonti letterarie, odeporiche, artistiche e fotografiche.
Ilaria Agostini, Silvio Alovisio, Stella Dagna, Alessandro Faccioli (2024). Paesaggi perduti, paesaggi ritrovati: per una nuova ricerca su luoghi e territori del cinema muto. IMMAGINE, 28(REVISUALIZING INTERNATIONAL SILENTSCAPES (1896-1922). PAESAGGI E LOCATION DEL CINEMA MUTO CENT’ANNI DOPO), 7-35.
Paesaggi perduti, paesaggi ritrovati: per una nuova ricerca su luoghi e territori del cinema muto
Ilaria Agostini;Alessandro Faccioli
2024
Abstract
La crescente attenzione ai paesaggi del primo cinema è attestata anche dalle sempre più frequenti pratiche di riuso e “re-visualizzazione” dei paesaggi filmici del primo Novecento promosse da svariate produzioni audiovisive, realtà educative, formative e scolastiche, musei, istituzioni culturali, enti di promozione turistica, amministrazioni territoriali, reti sociali e “comunità di paesaggio”. Proprio dalla crescente ricorsività di queste pratiche di riuso, le immagini paesaggistiche del primo cinema stanno rivelando un grande potenziale comunicativo per sostenere la conoscenza e la memoria storica dei territori, e per approfondire la comprensione dei processi di trasformazione dei paesaggi e dell’ambiente volta anche alla loro pianificazione. A fronte di questo diffuso interesse per le immagini paesaggistiche del muto nell’ambito dei film studies, ma anche nelle pratiche della produzione audiovisiva e delle iniziative di public engagement, il nesso cinema muto/territorio/paesaggi non ci pare invece ancora adeguatamente esplorato dalle numerose discipline che studiano i territori. Anche se va certamente riconosciuto come negli ultimi decenni le fonti filmiche correlate ai paesaggi abbiano ispirano interessanti studi in ambito geografico, sociologico, architettonico, storico-urbanistico, estetologico, storico-artistico, nelle discipline che si occupano di paesaggio è difficile riscontrare una specifica attenzione per il cinema muto internazionale come fonte importante, se non determinante, per lo studio dei paesaggi storici finalizzati anche alla loro tutela evolutiva, a differenza di quanto accade ormai da tempo per le fonti letterarie, odeporiche, artistiche e fotografiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.