La crescente attenzione ai paesaggi del primo cinema è attestata anche dalle sempre più frequenti pratiche di riuso e “re-visualizzazione” dei paesaggi filmici del primo Novecento promosse da svariate produzioni audiovisive, realtà educative, formative e scolastiche, musei, istituzioni culturali, enti di promozione turistica, amministrazioni territoriali, reti sociali e “comunità di paesaggio”. Proprio dalla crescente ricorsività di queste pratiche di riuso, le immagini paesaggistiche del primo cinema stanno rivelando un grande potenziale comunicativo per sostenere la conoscenza e la memoria storica dei territori, e per approfondire la comprensione dei processi di trasformazione dei paesaggi e dell’ambiente volta anche alla loro pianificazione. A fronte di questo diffuso interesse per le immagini paesaggistiche del muto nell’ambito dei film studies, ma anche nelle pratiche della produzione audiovisiva e delle iniziative di public engagement, il nesso cinema muto/territorio/paesaggi non ci pare invece ancora adeguatamente esplorato dalle numerose discipline che studiano i territori. Anche se va certamente riconosciuto come negli ultimi decenni le fonti filmiche correlate ai paesaggi abbiano ispirano interessanti studi in ambito geografico, sociologico, architettonico, storico-urbanistico, estetologico, storico-artistico, nelle discipline che si occupano di paesaggio è difficile riscontrare una specifica attenzione per il cinema muto internazionale come fonte importante, se non determinante, per lo studio dei paesaggi storici finalizzati anche alla loro tutela evolutiva, a differenza di quanto accade ormai da tempo per le fonti letterarie, odeporiche, artistiche e fotografiche.
Agostini, I., Alovisio, S., Dagna, S., Faccioli, A. (2023). Paesaggi perduti, paesaggi ritrovati: per una nuova ricerca su luoghi e territori del cinema muto. IMMAGINE, 27(Revisualizing international silentscapes. Paesaggi e location del cinema muto cent’anni dopo), 9-36.
Paesaggi perduti, paesaggi ritrovati: per una nuova ricerca su luoghi e territori del cinema muto
Ilaria Agostini;Alessandro Faccioli
2023
Abstract
La crescente attenzione ai paesaggi del primo cinema è attestata anche dalle sempre più frequenti pratiche di riuso e “re-visualizzazione” dei paesaggi filmici del primo Novecento promosse da svariate produzioni audiovisive, realtà educative, formative e scolastiche, musei, istituzioni culturali, enti di promozione turistica, amministrazioni territoriali, reti sociali e “comunità di paesaggio”. Proprio dalla crescente ricorsività di queste pratiche di riuso, le immagini paesaggistiche del primo cinema stanno rivelando un grande potenziale comunicativo per sostenere la conoscenza e la memoria storica dei territori, e per approfondire la comprensione dei processi di trasformazione dei paesaggi e dell’ambiente volta anche alla loro pianificazione. A fronte di questo diffuso interesse per le immagini paesaggistiche del muto nell’ambito dei film studies, ma anche nelle pratiche della produzione audiovisiva e delle iniziative di public engagement, il nesso cinema muto/territorio/paesaggi non ci pare invece ancora adeguatamente esplorato dalle numerose discipline che studiano i territori. Anche se va certamente riconosciuto come negli ultimi decenni le fonti filmiche correlate ai paesaggi abbiano ispirano interessanti studi in ambito geografico, sociologico, architettonico, storico-urbanistico, estetologico, storico-artistico, nelle discipline che si occupano di paesaggio è difficile riscontrare una specifica attenzione per il cinema muto internazionale come fonte importante, se non determinante, per lo studio dei paesaggi storici finalizzati anche alla loro tutela evolutiva, a differenza di quanto accade ormai da tempo per le fonti letterarie, odeporiche, artistiche e fotografiche.File | Dimensione | Formato | |
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