Questo saggio cerca di far luce sul rapporto diretto o indiretto fra Cesare Cesariano e Antonio da Sangallo il Giovane. La prima parte indaga le biografie dei due architetti con l’intenzione di chiarire se, dove e quando ci sia stato un incontro in persona fra i due e chi ne abbia giovato, soprattutto in relazione ai rispettivi studi vitruviani. La seconda parte invece è volta a trovare degli agganci che provino la conoscenza di Antonio del trattato di Cesare. Questa ricerca è possibile attraverso l’analisi di alcuni disegni Uffizi realizzati dall’architetto fiorentino e da inediti studi grafici nonché da postille eseguite sulle pagine di uno dei suoi esemplari del De Architectura riguardanti due aspetti specifici del trattato latino contenuti nel III e nel IV libro: l’uomo vitruviano ed il proporzionamento delle altezze delle trabeazioni che Cesariano connette per la prima volta con la regola pitagorica che permette di misurare le distanze fra la terra e gli astri. I ragionamenti di Antonio su questi due argomenti risultano non solo originali ma identici a quelli dell’architetto lombardo, facendo sovrapporre l’ipotesi di uno stesso modo, ma indipendente, di pensare sulle stesse questioni oppure quella di un’attenta lettura di parti del trattato da parte dell’architetto fiorentino.
Francesco Benelli (2024). La "scorrezzione dei libri". Antonio da SAngallo il Giovane lettore di Cesariano. VITRUVIUS, 3, 101-112 [10.48255/2785-7387.VITR.3.2024].
La "scorrezzione dei libri". Antonio da SAngallo il Giovane lettore di Cesariano
Francesco Benelli
2024
Abstract
Questo saggio cerca di far luce sul rapporto diretto o indiretto fra Cesare Cesariano e Antonio da Sangallo il Giovane. La prima parte indaga le biografie dei due architetti con l’intenzione di chiarire se, dove e quando ci sia stato un incontro in persona fra i due e chi ne abbia giovato, soprattutto in relazione ai rispettivi studi vitruviani. La seconda parte invece è volta a trovare degli agganci che provino la conoscenza di Antonio del trattato di Cesare. Questa ricerca è possibile attraverso l’analisi di alcuni disegni Uffizi realizzati dall’architetto fiorentino e da inediti studi grafici nonché da postille eseguite sulle pagine di uno dei suoi esemplari del De Architectura riguardanti due aspetti specifici del trattato latino contenuti nel III e nel IV libro: l’uomo vitruviano ed il proporzionamento delle altezze delle trabeazioni che Cesariano connette per la prima volta con la regola pitagorica che permette di misurare le distanze fra la terra e gli astri. I ragionamenti di Antonio su questi due argomenti risultano non solo originali ma identici a quelli dell’architetto lombardo, facendo sovrapporre l’ipotesi di uno stesso modo, ma indipendente, di pensare sulle stesse questioni oppure quella di un’attenta lettura di parti del trattato da parte dell’architetto fiorentino.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.