Il saggio ripercorre l’intricato contezioso tra l’associazione culturale Assalam di Cantù e l’amministrazione del medesimo comune che ha impegnato a lungo la giustizia amministrativa italiana relativamente all’uso di un fabbricato di proprietà dell’associazione come luogo d’incontro cultuale/culturale. In particolare, si ricostruisce lo sviluppo della vicenda giudiziaria allo scopo di mettere in luce alcune potenziali violazioni delle disposizioni sancite dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), così come denunciate dall’associazione culturale Assalam. L’indagine si è orientata preliminarmente sull’effettiva possibilità dell’istante di poter difendere presso la Corte europea dei diritti dell’uomo gli interessi dei propri associati (art. 34 CEDU) in ordine all’asserita lesione dell’art. 9 CEDU, concentrandosi principalmente sulla natura giuridica del soggetto proponente. Si è dunque vagliata, qualora la Corte sovranazionale decida sull’accoglimento del ricorso, l’eventuale violazione degli artt. 9 e 14 CEDU e dell’art. 1 del Protocollo n. 1 allegato alla medesima, al fine di mettere a fuoco gli snodi più problematici per poi suggerire alcune piste d’indagine che potrebbero far emergere l’arcipelago cultu(r)ale islamico dall’attuale situazione di opacità nel quale versa.
Nico Tonti (2024). Una sciarada senza fine: l’associazionismo cultu(r)ale islamico dinnanzi (forse) alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. IL DIRITTO ECCLESIASTICO, CXXXV(2), 493-530.
Una sciarada senza fine: l’associazionismo cultu(r)ale islamico dinnanzi (forse) alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Nico Tonti
2024
Abstract
Il saggio ripercorre l’intricato contezioso tra l’associazione culturale Assalam di Cantù e l’amministrazione del medesimo comune che ha impegnato a lungo la giustizia amministrativa italiana relativamente all’uso di un fabbricato di proprietà dell’associazione come luogo d’incontro cultuale/culturale. In particolare, si ricostruisce lo sviluppo della vicenda giudiziaria allo scopo di mettere in luce alcune potenziali violazioni delle disposizioni sancite dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), così come denunciate dall’associazione culturale Assalam. L’indagine si è orientata preliminarmente sull’effettiva possibilità dell’istante di poter difendere presso la Corte europea dei diritti dell’uomo gli interessi dei propri associati (art. 34 CEDU) in ordine all’asserita lesione dell’art. 9 CEDU, concentrandosi principalmente sulla natura giuridica del soggetto proponente. Si è dunque vagliata, qualora la Corte sovranazionale decida sull’accoglimento del ricorso, l’eventuale violazione degli artt. 9 e 14 CEDU e dell’art. 1 del Protocollo n. 1 allegato alla medesima, al fine di mettere a fuoco gli snodi più problematici per poi suggerire alcune piste d’indagine che potrebbero far emergere l’arcipelago cultu(r)ale islamico dall’attuale situazione di opacità nel quale versa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.