Il Paese dei mille campanili. Le fusioni di Comuni tra intenti funzionalisti e limiti della razionalizzazione

The essay analyses municipal mergers, as an instrument of territorial reorganisation informed by the principle of adequacy, retracing the stages that from a regulatory point of view have marked the application of this form of “functionalist” institutional aggregation in the Italian legal system. In particular, the examination of Law No. 56/2014 makes it possible to highlight the centrality of incentive measures in the implementation of the merger policies, which aim to strengthen the administrative capacity of the municipalities while achieving the objectives of rationalising public expenditure. However, the role assumed by extraordinary contributions brings to light some systemic criticalities that seem to be even more evident in the current historical moment characterised by a renewed focus on the strategic nature of administrative action. In this sense, the survey dwells critically on some possible lines of intervention that could serve to reread mergers policies in the prism of a broader planning of territorial development.

Il saggio analizza le fusioni di Comuni, in quanto strumento di riordino territoriale informato al principio di adeguatezza, ripercorrendo le tappe che dal punto di vista normativo hanno segnato l’attuazione di questa forma di aggregazione istituzionale “funzionalistica” nel nostro ordinamento. La disamina della l. n. 56/2014 consente in particolare di porre in luce la centralità delle misure incentivanti nell’ottica di implementare politiche di fusione tese al rafforzamento della capacità amministrativa degli enti, realizzando al contempo obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica. Tuttavia, il ruolo assunto dai contributi straordinari fa emergere alcune criticità di sistema che sembrano essere ancora più evidenti nell’attuale momento storico caratterizzato da una rinnovata attenzione nei confronti della strategicità dell’azione amministrativa. In tal senso, l’indagine si sofferma in modo critico su alcune possibili linee di intervento che potrebbero servire a rileggere le fusioni nel prisma di una più ampia progettualità di sviluppo del territorio.