È nel medioevo che il nazionalismo ottocentesco cercò di fondare origini e legittimità delle nazioni europee moderne. Era nell’ "età delle migrazioni" che i popoli” si erano conquistati una volta per tutte il loro spazio sul continente; era poi dalla “dissoluzione” dell'impero carolingio che esse avevano iniziato la loro marcia verso la formazione dei regni “nazionali” destinati ad “evolvere” verso le moderne nazioni. Storiografia, linguistica ed etnoarcheologia concorsero a costruire narrazioni nazionalistiche, che per legittimare le rivendicazioni del presente si basavano sull’imposizione ai secoli medievali di un concetto di popolo-nazione del tutto anacronistico. Tali narrazioni presupponevano l’identità inscindibile tra popolo, inteso in senso biologico, lingua e cultura (anche nel senso di cultura materiale) e postulavano la riproduzione nei secoli di queste entità biologiche statiche e immutabili. Un modello per cui ogni distaccamento dal “carattere originario” non poteva essere inteso che come contaminazione. Ciascuna delle diverse storiografie nazionali elaborò un rapporto diverso con il proprio passato medievale, elevandone alcuni momenti a mito fondativo, liquidandone altri come pericolose deviazioni, in un’ottica guidata dal finalismo. Benché negli ultimi decenni la ricerca storica medievistica abbia completamente decostruito quelle narrazioni, esse hanno avuto una lunga influenza sulla cultura comune, con alcuni lasciti insidiosi, e possono essere ancora attivate per piegare la storia a un uso politico.
Giacomo Vignodelli (2021). Prima degli italiani : Le radici medievali di popoli e nazioni d’Europa. ZAPRUDER, 56, 18-36.
Prima degli italiani : Le radici medievali di popoli e nazioni d’Europa
Giacomo Vignodelli
2021
Abstract
È nel medioevo che il nazionalismo ottocentesco cercò di fondare origini e legittimità delle nazioni europee moderne. Era nell’ "età delle migrazioni" che i popoli” si erano conquistati una volta per tutte il loro spazio sul continente; era poi dalla “dissoluzione” dell'impero carolingio che esse avevano iniziato la loro marcia verso la formazione dei regni “nazionali” destinati ad “evolvere” verso le moderne nazioni. Storiografia, linguistica ed etnoarcheologia concorsero a costruire narrazioni nazionalistiche, che per legittimare le rivendicazioni del presente si basavano sull’imposizione ai secoli medievali di un concetto di popolo-nazione del tutto anacronistico. Tali narrazioni presupponevano l’identità inscindibile tra popolo, inteso in senso biologico, lingua e cultura (anche nel senso di cultura materiale) e postulavano la riproduzione nei secoli di queste entità biologiche statiche e immutabili. Un modello per cui ogni distaccamento dal “carattere originario” non poteva essere inteso che come contaminazione. Ciascuna delle diverse storiografie nazionali elaborò un rapporto diverso con il proprio passato medievale, elevandone alcuni momenti a mito fondativo, liquidandone altri come pericolose deviazioni, in un’ottica guidata dal finalismo. Benché negli ultimi decenni la ricerca storica medievistica abbia completamente decostruito quelle narrazioni, esse hanno avuto una lunga influenza sulla cultura comune, con alcuni lasciti insidiosi, e possono essere ancora attivate per piegare la storia a un uso politico.File | Dimensione | Formato | |
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