Il fantastico nelle narrazioni contemporanee per ragazzi. Un’ipotesi di lavoro a scuola = The fantastic in contemporary narrations for young people. A working hypothesis in school

In what way is it possible to rethink upbringing, with its rituals and practices, to overcome the “emotional desert”, the absence of spaces of reflection, the insignificance and impoverishment of communication? Given that reality, as Musil says, does not exclude the sense of the possible (Musil, 1957), it is thus important to rethink it all the time, “[encouraging] the young [to conceive] alternative universes as, before being real, life must be imagined (Galimberti, 2021). This study thus proposes a reflection with regard to the methodologies that can be used and to the activities that can be carried out to approach and tackle, in a culturally complex and appropriate manner, narratives of the imagination in an educational setting. If set out in accordance with active, dialogic and heuristic-reflective practices, the fantastic, precisely for its capacity to evoke secret shelters, actual places of initiation in which an adolescent can experiment in full freedom (Bertolino, Miari, Zucchini, 2009), and its specifically metaphorical language, can contribute not only to hone narrative competence, but also to sustain an ample and free development of youth image, of creativity and of the capacity of critical judgement towards horrors, twistedness and commonplaces (Beseghi, 2012).

In che modo è possibile ripensare l’educazione, con i suoi rituali e pratiche, per ovviare al “deserto emotivo”, all’assenza di spazi di riflessione, all’insignificanza e all’impoverimento della comunicazione? Dal momento che la realtà, come dice Musil, non esclude il senso della possibilità (Musil, 1957), è allora importante ripensarla sempre, «[incoraggiando] i giovani [a concepire] universi alternativi, perché, prima di essere reale, la vita deve essere fantasticata» (Galimberti, 2021). Tale studio propone allora una riflessione in merito alle metodologie utilizzabili e alle attività che si possono svolgere per approcciare e affrontare in modo culturalmente complesso e appropriato narrazioni di fantasia in ambito educativo. Se impostato secondo pratiche attive, dialogiche e euristico-riflessive, il fantastico, proprio per la sua capacità di evocare rifugi segreti, veri e propri luoghi di iniziazione in cui l’adolescente può sperimentarsi in piena libertà (Bertolino, Miari, Zucchini, 2009), e il suo linguaggio specificamente metaforico, può contribuire a affinare non solo la competenza narrativa, ma anche a sostenere uno sviluppo ampio e libero dell’immaginario giovanile, della creatività e della capacità di giudizio critico nei confronti di orrori, storture e luoghi comuni (Beseghi, 2012).