In tempi recenti, l’ipertrofia penalistica assume un’inedita veste: l’estensione dell’ambito spaziale di validità della lex criminalis oltre i confini nazionali. In questo solco si inseriscono alcuni disegni di legge volti a rendere la maternità surrogata reato universale, con l’obiettivo di superare la controversa questione relativa alla doppia incriminazione come condizione per l’applicazione della legge penale italiana a pratiche commesse all’estero. A ben vedere, i moti di riforma si sarebbero dovuti orientare primariamente su altri versanti, colmando le lacune sul piano della tipicità e dell’esatta individuazione del momento consumativo che sembrano affliggere il delitto in parola. Proprio per questa ragione, il contributo indaga alcune prospettive de iure condendo di varia natura, da una possibile ricollocazione codicistica della maternità surrogata che consenta una più puntuale riflessione sul bene giuridico tutelato, ad una radicale rimodellazione della fattispecie in chiave sostanzialmente demolitiva, tale da ricomprendervi le sole ipotesi costrittive e di sfruttamento. Si avanza poi una soluzione più morigerata”, tesa ad una puntuale definizione delle condotte tipiche contemplate dall’art. 12 c. 6 legge n. 40/2004 e ad una diversificazione della dosimetria sanzionatoria sulla base dei soggetti attivi coinvolti (clinica, personale medico, coppia committente e madre surrogata).
Di Nino Alessio (2024). Verso un diritto penale onnipresente? Il controverso caso della maternità surrogata all’estero. SISTEMA PENALE, 18 aprile 2024(4), 93-118.
Verso un diritto penale onnipresente? Il controverso caso della maternità surrogata all’estero
Di Nino Alessio
2024
Abstract
In tempi recenti, l’ipertrofia penalistica assume un’inedita veste: l’estensione dell’ambito spaziale di validità della lex criminalis oltre i confini nazionali. In questo solco si inseriscono alcuni disegni di legge volti a rendere la maternità surrogata reato universale, con l’obiettivo di superare la controversa questione relativa alla doppia incriminazione come condizione per l’applicazione della legge penale italiana a pratiche commesse all’estero. A ben vedere, i moti di riforma si sarebbero dovuti orientare primariamente su altri versanti, colmando le lacune sul piano della tipicità e dell’esatta individuazione del momento consumativo che sembrano affliggere il delitto in parola. Proprio per questa ragione, il contributo indaga alcune prospettive de iure condendo di varia natura, da una possibile ricollocazione codicistica della maternità surrogata che consenta una più puntuale riflessione sul bene giuridico tutelato, ad una radicale rimodellazione della fattispecie in chiave sostanzialmente demolitiva, tale da ricomprendervi le sole ipotesi costrittive e di sfruttamento. Si avanza poi una soluzione più morigerata”, tesa ad una puntuale definizione delle condotte tipiche contemplate dall’art. 12 c. 6 legge n. 40/2004 e ad una diversificazione della dosimetria sanzionatoria sulla base dei soggetti attivi coinvolti (clinica, personale medico, coppia committente e madre surrogata).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.