L'utilizzo delle tecnologie in ambito scolastico è sempre stato accompagnato dal dibattito che contrappone il mondo dell'educazione (e di chi si ritiene esperto di didattica, istruzione, apprendimento) e quello delle tecnologie (centrato su informatica, tools, macchine, tecniche), oltre che di opinioni contrastanti tra i cosiddetti 'apocalittici' (Simone, 2000; Stoll, 2001; Virilio, 2000; Casati, 2014; Morozov, 2014) e 'integrati' (Negroponte, 1995; Fierli, 2003; Brynjolfsson & McAfee, 2015), ovvero tra chi ideologicamente è contro e chi è a favore delle tecnologie in ambito educativo. Una visione che non è completamente superata e anche adesso, in un mondo sempre più digitale, continuano i dibattiti sulla pericolosità delle tecnologie, sulla loro pervasività, sugli effetti che possono avere specie sui più piccoli. La questione non può essere limitata ai meri aspetti negativi o positivi: non si tratta di schierarsi a favore o contro le tecnologie, spesso ingenuamente e con facili entusiasmi o, al contrario, demonizzandole: ma di interrogarsi su ambienti e processi di apprendimento, sui modelli d’uso e gli approcci (Galliani, 2000; Bonaiuti et al., 2017). È infatti impossibile rispondere alla domanda “La tecnologia migliora la didattica?” perché non è possibile separare questi due ambiti e l’uno influenza l’altro (Rivoltella, Rossi, 2019). Le domande di ricerca devono necessariamente andare nella direzione di una progettazione didattica sistemica che renda possibile la connessione tra società, tecnologia e didattica per riflettere, sperimentando, su come sia possibile organizzare percorsi di apprendimento e insegnamento efficaci, in cui comunque le tecnologie, vecchie e nuove, vengono utilizzate (Dede et al., 2009). Introdurre le tecnologie digitali nella didattica implica una riflessione sull’interazione di tali strumenti con le competenze, gli obiettivi, le strategie utilizzate, e soprattutto sul modo in cui si utilizzano le tecnologie stesse. L’uso delle tecnologie a scuola dovrebbe consentire un ripensamento della progettazione, della didattica, della valutazione, degli ambienti di apprendimento, per evitare di utilizzare nuovi strumenti con vecchie pratiche. E in ambito educativo, la relazione tra chi educa (insegnante, formatore, educatore) e chi è educato rimane un punto centrale della progettazione educativa didattica, in cui l’uso del digitale deve poter potenziare l’azione didattico-educativa e facilitare la mediazione. Alla luce di queste prime e più generiche considerazioni, si è sviluppata dall’anno scolastico 2021/2022 al 2022/2023 la ricerca-azione promossa da CNOS-FAP Lombardia con il contributo dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, per promuovere una riflessione sulle ricadute e gli effetti di una sperimentazione nell’uso dei dispositivi tecnologici (tablet iPad e pc portatili). Tale sperimentazione era iniziata nell’anno scolastico 2013/2014, e si era focalizzata sulle pratiche didattiche svolte in cinque sedi CNOS/FAP della Lombardia. Le sedi interessate sono state: Arese, Brescia, Milano, Sesto San Giovanni e Treviglio. In quell’anno scolastico la fondazione Salesiani Lombardia per la Formazione ed il Lavoro (CNOS-FAP Lombardia) decide di utilizzare gli iPad come unico strumento didattico per formatori e studenti e di monitorare questa sperimentazione. Il primo iPad è stato lanciato nel 2010, in una ormai celebre presentazione, da Steve Jobs in persona, e accolto come uno strumento rivoluzionario per la sua portabilità, funzionalità e facilità d’uso. Le sperimentazioni e le community in ambito scolastico fioriscono, fornendo dati e permettendo agli insegnanti di confrontarsi e di formarsi a un utilizzo efficace nella didattica (Manuguerra, Petocz, 2011; Peria, 2013; Mazzucchelli, 2014). Al contrario, le esperienze documentate sull'utilizzo del tablet nella formazione professionale risultano scarse. A tre anni dalla prima sperimentazione di CNOS-FAP Lombardia, vengono pubblicate le Linee guida per l’apprendimento attivo in presenza di tecnologie (2016): il documento intende rispondere alla domanda “i nostri CFP e le nostre scuole, concepite per l’accoglienza dello studente sedentario, saranno in grado di trasformarsi in funzione del nomadismo dello studente digitale?” (p. 3) e presenta una serie di raccomandazioni su aspetti educativi, didattici, organizzativi e tecnologici per promuovere un apprendimento attivo utilizzando i dispositivi tecnologici, e si rivolge ai formatori operanti nelle sue sedi. L’impianto di questa prima pubblicazione evidenzia, dunque, quanto l’introduzione di uno strumento digitale debba necessariamente attivare un cambiamento nelle pratiche didattiche, organizzative, relazionali, valutative, in un’ottica sistemica. La ricerca-azione CNOS-FAP Lombardia e Unibo ha avuto come obiettivi specifici: • valutare gli esiti educativi e formativi ottenuti nel primo decennio di sperimentazione di didattica digitale che ha previsto l’utilizzo di tablet e tecnologie digitali in sostituzione di materiali cartacei; • compiere un’analisi di come i formatori abbiano accolto le tecnologie nella loro didattica quotidiana; • indagare le ricadute educative e formative della didattica a distanza attuata durante l’emergenza COVID 19; • valutare l’impatto dei tali tecnologie sui processi relazionali che interessano studenti e formatori; • identificare direzioni verso cui far evolvere le pratiche progettuali, didattiche, valutative ed organizzative.
Alessandro Soriani, Elena Pacetti (2024). Follow up sulla didattica digitale nel CNOS-FAP Lombardia: raccomandazioni da una ricerca-azione. RASSEGNA CNOS, Anno 40 - n 1, 91-116.
Follow up sulla didattica digitale nel CNOS-FAP Lombardia: raccomandazioni da una ricerca-azione
Alessandro Soriani
Co-primo
Writing – Review & Editing
;Elena Pacetti
Co-primo
Writing – Review & Editing
2024
Abstract
L'utilizzo delle tecnologie in ambito scolastico è sempre stato accompagnato dal dibattito che contrappone il mondo dell'educazione (e di chi si ritiene esperto di didattica, istruzione, apprendimento) e quello delle tecnologie (centrato su informatica, tools, macchine, tecniche), oltre che di opinioni contrastanti tra i cosiddetti 'apocalittici' (Simone, 2000; Stoll, 2001; Virilio, 2000; Casati, 2014; Morozov, 2014) e 'integrati' (Negroponte, 1995; Fierli, 2003; Brynjolfsson & McAfee, 2015), ovvero tra chi ideologicamente è contro e chi è a favore delle tecnologie in ambito educativo. Una visione che non è completamente superata e anche adesso, in un mondo sempre più digitale, continuano i dibattiti sulla pericolosità delle tecnologie, sulla loro pervasività, sugli effetti che possono avere specie sui più piccoli. La questione non può essere limitata ai meri aspetti negativi o positivi: non si tratta di schierarsi a favore o contro le tecnologie, spesso ingenuamente e con facili entusiasmi o, al contrario, demonizzandole: ma di interrogarsi su ambienti e processi di apprendimento, sui modelli d’uso e gli approcci (Galliani, 2000; Bonaiuti et al., 2017). È infatti impossibile rispondere alla domanda “La tecnologia migliora la didattica?” perché non è possibile separare questi due ambiti e l’uno influenza l’altro (Rivoltella, Rossi, 2019). Le domande di ricerca devono necessariamente andare nella direzione di una progettazione didattica sistemica che renda possibile la connessione tra società, tecnologia e didattica per riflettere, sperimentando, su come sia possibile organizzare percorsi di apprendimento e insegnamento efficaci, in cui comunque le tecnologie, vecchie e nuove, vengono utilizzate (Dede et al., 2009). Introdurre le tecnologie digitali nella didattica implica una riflessione sull’interazione di tali strumenti con le competenze, gli obiettivi, le strategie utilizzate, e soprattutto sul modo in cui si utilizzano le tecnologie stesse. L’uso delle tecnologie a scuola dovrebbe consentire un ripensamento della progettazione, della didattica, della valutazione, degli ambienti di apprendimento, per evitare di utilizzare nuovi strumenti con vecchie pratiche. E in ambito educativo, la relazione tra chi educa (insegnante, formatore, educatore) e chi è educato rimane un punto centrale della progettazione educativa didattica, in cui l’uso del digitale deve poter potenziare l’azione didattico-educativa e facilitare la mediazione. Alla luce di queste prime e più generiche considerazioni, si è sviluppata dall’anno scolastico 2021/2022 al 2022/2023 la ricerca-azione promossa da CNOS-FAP Lombardia con il contributo dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, per promuovere una riflessione sulle ricadute e gli effetti di una sperimentazione nell’uso dei dispositivi tecnologici (tablet iPad e pc portatili). Tale sperimentazione era iniziata nell’anno scolastico 2013/2014, e si era focalizzata sulle pratiche didattiche svolte in cinque sedi CNOS/FAP della Lombardia. Le sedi interessate sono state: Arese, Brescia, Milano, Sesto San Giovanni e Treviglio. In quell’anno scolastico la fondazione Salesiani Lombardia per la Formazione ed il Lavoro (CNOS-FAP Lombardia) decide di utilizzare gli iPad come unico strumento didattico per formatori e studenti e di monitorare questa sperimentazione. Il primo iPad è stato lanciato nel 2010, in una ormai celebre presentazione, da Steve Jobs in persona, e accolto come uno strumento rivoluzionario per la sua portabilità, funzionalità e facilità d’uso. Le sperimentazioni e le community in ambito scolastico fioriscono, fornendo dati e permettendo agli insegnanti di confrontarsi e di formarsi a un utilizzo efficace nella didattica (Manuguerra, Petocz, 2011; Peria, 2013; Mazzucchelli, 2014). Al contrario, le esperienze documentate sull'utilizzo del tablet nella formazione professionale risultano scarse. A tre anni dalla prima sperimentazione di CNOS-FAP Lombardia, vengono pubblicate le Linee guida per l’apprendimento attivo in presenza di tecnologie (2016): il documento intende rispondere alla domanda “i nostri CFP e le nostre scuole, concepite per l’accoglienza dello studente sedentario, saranno in grado di trasformarsi in funzione del nomadismo dello studente digitale?” (p. 3) e presenta una serie di raccomandazioni su aspetti educativi, didattici, organizzativi e tecnologici per promuovere un apprendimento attivo utilizzando i dispositivi tecnologici, e si rivolge ai formatori operanti nelle sue sedi. L’impianto di questa prima pubblicazione evidenzia, dunque, quanto l’introduzione di uno strumento digitale debba necessariamente attivare un cambiamento nelle pratiche didattiche, organizzative, relazionali, valutative, in un’ottica sistemica. La ricerca-azione CNOS-FAP Lombardia e Unibo ha avuto come obiettivi specifici: • valutare gli esiti educativi e formativi ottenuti nel primo decennio di sperimentazione di didattica digitale che ha previsto l’utilizzo di tablet e tecnologie digitali in sostituzione di materiali cartacei; • compiere un’analisi di come i formatori abbiano accolto le tecnologie nella loro didattica quotidiana; • indagare le ricadute educative e formative della didattica a distanza attuata durante l’emergenza COVID 19; • valutare l’impatto dei tali tecnologie sui processi relazionali che interessano studenti e formatori; • identificare direzioni verso cui far evolvere le pratiche progettuali, didattiche, valutative ed organizzative.Campo DC | Valore | Lingua |
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dc.contributor.area | AREA MIN. 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche | * |
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La questione non può essere limitata ai meri aspetti negativi o positivi: non si tratta di schierarsi a favore o contro le tecnologie, spesso ingenuamente e con facili entusiasmi o, al contrario, demonizzandole: ma di interrogarsi su ambienti e processi di apprendimento, sui modelli d’uso e gli approcci (Galliani, 2000; Bonaiuti et al., 2017). È infatti impossibile rispondere alla domanda “La tecnologia migliora la didattica?” perché non è possibile separare questi due ambiti e l’uno influenza l’altro (Rivoltella, Rossi, 2019). Le domande di ricerca devono necessariamente andare nella direzione di una progettazione didattica sistemica che renda possibile la connessione tra società, tecnologia e didattica per riflettere, sperimentando, su come sia possibile organizzare percorsi di apprendimento e insegnamento efficaci, in cui comunque le tecnologie, vecchie e nuove, vengono utilizzate (Dede et al., 2009). Introdurre le tecnologie digitali nella didattica implica una riflessione sull’interazione di tali strumenti con le competenze, gli obiettivi, le strategie utilizzate, e soprattutto sul modo in cui si utilizzano le tecnologie stesse. L’uso delle tecnologie a scuola dovrebbe consentire un ripensamento della progettazione, della didattica, della valutazione, degli ambienti di apprendimento, per evitare di utilizzare nuovi strumenti con vecchie pratiche. E in ambito educativo, la relazione tra chi educa (insegnante, formatore, educatore) e chi è educato rimane un punto centrale della progettazione educativa didattica, in cui l’uso del digitale deve poter potenziare l’azione didattico-educativa e facilitare la mediazione. Alla luce di queste prime e più generiche considerazioni, si è sviluppata dall’anno scolastico 2021/2022 al 2022/2023 la ricerca-azione promossa da CNOS-FAP Lombardia con il contributo dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione, per promuovere una riflessione sulle ricadute e gli effetti di una sperimentazione nell’uso dei dispositivi tecnologici (tablet iPad e pc portatili). Tale sperimentazione era iniziata nell’anno scolastico 2013/2014, e si era focalizzata sulle pratiche didattiche svolte in cinque sedi CNOS/FAP della Lombardia. Le sedi interessate sono state: Arese, Brescia, Milano, Sesto San Giovanni e Treviglio. In quell’anno scolastico la fondazione Salesiani Lombardia per la Formazione ed il Lavoro (CNOS-FAP Lombardia) decide di utilizzare gli iPad come unico strumento didattico per formatori e studenti e di monitorare questa sperimentazione. Il primo iPad è stato lanciato nel 2010, in una ormai celebre presentazione, da Steve Jobs in persona, e accolto come uno strumento rivoluzionario per la sua portabilità, funzionalità e facilità d’uso. Le sperimentazioni e le community in ambito scolastico fioriscono, fornendo dati e permettendo agli insegnanti di confrontarsi e di formarsi a un utilizzo efficace nella didattica (Manuguerra, Petocz, 2011; Peria, 2013; Mazzucchelli, 2014). Al contrario, le esperienze documentate sull'utilizzo del tablet nella formazione professionale risultano scarse. A tre anni dalla prima sperimentazione di CNOS-FAP Lombardia, vengono pubblicate le Linee guida per l’apprendimento attivo in presenza di tecnologie (2016): il documento intende rispondere alla domanda “i nostri CFP e le nostre scuole, concepite per l’accoglienza dello studente sedentario, saranno in grado di trasformarsi in funzione del nomadismo dello studente digitale?” (p. 3) e presenta una serie di raccomandazioni su aspetti educativi, didattici, organizzativi e tecnologici per promuovere un apprendimento attivo utilizzando i dispositivi tecnologici, e si rivolge ai formatori operanti nelle sue sedi. L’impianto di questa prima pubblicazione evidenzia, dunque, quanto l’introduzione di uno strumento digitale debba necessariamente attivare un cambiamento nelle pratiche didattiche, organizzative, relazionali, valutative, in un’ottica sistemica. La ricerca-azione CNOS-FAP Lombardia e Unibo ha avuto come obiettivi specifici: • valutare gli esiti educativi e formativi ottenuti nel primo decennio di sperimentazione di didattica digitale che ha previsto l’utilizzo di tablet e tecnologie digitali in sostituzione di materiali cartacei; • compiere un’analisi di come i formatori abbiano accolto le tecnologie nella loro didattica quotidiana; • indagare le ricadute educative e formative della didattica a distanza attuata durante l’emergenza COVID 19; • valutare l’impatto dei tali tecnologie sui processi relazionali che interessano studenti e formatori; • identificare direzioni verso cui far evolvere le pratiche progettuali, didattiche, valutative ed organizzative. | - |
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