La valorizzazione dei dati presenta significative opportunità per la ricerca scientifica, che per coglierle deve confrontarsi con il quadro normativo in materia di protezione dei dati personali. Sul punto, il Reg. UE 679/2016 ha contemplato il “broad consent” quale strumento per abilitare la ricerca anche laddove non risulti possibile, nelle fasi iniziali della stessa, definirne in modo specifico la finalità e dunque acquisire dagli interessati un consenso in linea con gli stringenti requisiti posti dal medesimo regolamento. Il “consenso ampio” pone tuttavia plurime questioni giuridiche, che ne rendono complessa l’ implementazione. Il presente contributo affronta alcune delle principali questioni presentate dal broad consent rispetto al quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, considerando altresì lo specifico modello di «consenso a fasi progressive» delineato in Italia dal Garante per la protezione dei dati personali. Sono inoltre fornite alcune prime osservazioni rispetto al consenso ampio nel contesto degli “spazi di dati”, considerando sul punto anche la disciplina allo stato emergente dagli interventi attuativi della strategia europea per i dati e, segnatamente, dal Data Governance Act e dalla proposta di regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari.
Daniele Sborlini (2024). Il broad consent come mezzo per la valorizzazione dei dati personali nell’ambito della ricerca scientifica e il suo rilievo negli spazi di condivisione dei dati. CONTRATTO E IMPRESA, 1, 223-262.
Il broad consent come mezzo per la valorizzazione dei dati personali nell’ambito della ricerca scientifica e il suo rilievo negli spazi di condivisione dei dati
Daniele Sborlini
2024
Abstract
La valorizzazione dei dati presenta significative opportunità per la ricerca scientifica, che per coglierle deve confrontarsi con il quadro normativo in materia di protezione dei dati personali. Sul punto, il Reg. UE 679/2016 ha contemplato il “broad consent” quale strumento per abilitare la ricerca anche laddove non risulti possibile, nelle fasi iniziali della stessa, definirne in modo specifico la finalità e dunque acquisire dagli interessati un consenso in linea con gli stringenti requisiti posti dal medesimo regolamento. Il “consenso ampio” pone tuttavia plurime questioni giuridiche, che ne rendono complessa l’ implementazione. Il presente contributo affronta alcune delle principali questioni presentate dal broad consent rispetto al quadro normativo in materia di protezione dei dati personali, considerando altresì lo specifico modello di «consenso a fasi progressive» delineato in Italia dal Garante per la protezione dei dati personali. Sono inoltre fornite alcune prime osservazioni rispetto al consenso ampio nel contesto degli “spazi di dati”, considerando sul punto anche la disciplina allo stato emergente dagli interventi attuativi della strategia europea per i dati e, segnatamente, dal Data Governance Act e dalla proposta di regolamento sullo spazio europeo dei dati sanitari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.