Questo volume è nato dal desiderio di approfondire alcune pratiche operative di natura fotografica secondo una prospettiva di genere così da favorire di una loro valorizzazione quali azioni femministe, di identità e di resistenza. Ciò di cui si intende parlare è come nell’uso di immagini fotografiche, prelevate come ready-made o realizzate in modo autoriale, e contenute dentro ad album, scrapbook, photobook o diari per lo più in combinazione o montaggio sia con altro materiale fotografico che di diversa natura come il disegno, la pittura e la scrittura, si sia sperimentata già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento una pratica definibile come femminista e di resistenza. E ciò a prescindere che l’esperienza avvenisse al di fuori, in parallelo, o all’interno della storia dell’arte ufficiale, tracciando le tappe di un percorso che racconta una delle tante facce della fotografia: l’essere stata un veicolo privilegiato per raccogliere esigenze di tipo autobiografico, personale e di narrazione in prima persona, come si è verificato ogni volta che l’arte e il processo creativo si sono mescolati in modo inestricabile alla dimensione esistenziale e a pressanti esigenze psicologiche.
F.Muzzarelli (2024). Fotografia e femminismo tra 800 e 900. Album, Diari e Scrapbook. Milano : Pearson.
Fotografia e femminismo tra 800 e 900. Album, Diari e Scrapbook
F. Muzzarelli
2024
Abstract
Questo volume è nato dal desiderio di approfondire alcune pratiche operative di natura fotografica secondo una prospettiva di genere così da favorire di una loro valorizzazione quali azioni femministe, di identità e di resistenza. Ciò di cui si intende parlare è come nell’uso di immagini fotografiche, prelevate come ready-made o realizzate in modo autoriale, e contenute dentro ad album, scrapbook, photobook o diari per lo più in combinazione o montaggio sia con altro materiale fotografico che di diversa natura come il disegno, la pittura e la scrittura, si sia sperimentata già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento una pratica definibile come femminista e di resistenza. E ciò a prescindere che l’esperienza avvenisse al di fuori, in parallelo, o all’interno della storia dell’arte ufficiale, tracciando le tappe di un percorso che racconta una delle tante facce della fotografia: l’essere stata un veicolo privilegiato per raccogliere esigenze di tipo autobiografico, personale e di narrazione in prima persona, come si è verificato ogni volta che l’arte e il processo creativo si sono mescolati in modo inestricabile alla dimensione esistenziale e a pressanti esigenze psicologiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.