La regione Emilia-Romagna, e il mare antistante le sue coste, ricadono nell’ambito di una zona geologica dinamica soggetta a diversi processi che concorrono al fenomeno della subsidenza naturale (Carminati et al., 2006), fenomeno che agisce su scale temporali molto lunghe, migliaia-milioni di anni. Negli ultimi 2500 anni si è osservato nel settore orientale della pianura Padana, una subsidenza naturale che si attesta su valori di 2-3 mm/a (Gambolati e Teatini, 1998). La subsidenza naturale della zona è riconducibile a due componenti principali: - la dinamica delle placche, ovvero le deformazioni legate all’evoluzione della catena appenninica, di cui il bacino Adriatico centro-settentrionale costituisce l’avanfossa più recente; - la compattazione dei depositi di riempimento del bacino padano, con particolare riferimento a quelli plio-pleistocenici, il cui spessore e il carico sedimentario sono esternamente variabili in funzione dell’assetto strutturale del substrato (da poche centinaia di metri, in corrispondenza delle pieghe, fino a 5000-6000 metri, nei depocentri). La subsidenza rappresenta un fenomeno particolarmente critico per la fascia costiera regionale contribuendo ad accentuare i fenomeni di erosione costiera e ingressione marina che affliggono fortemente le coste regionali. Numerosi studi e monitoraggi dei suddetti fenomeni sono stati effettuati da Università Enti di Ricerca e dalla Regione stessa, ciò che emerge è un rilevante abbassamento del suolo riconducibile ad una più intensa attività antropica dell’area nel corso del XX secolo. In particolare, nel settore del delta del Po l’estrazione di acque metanifere dal sottosuolo ha causato riduzioni della quota altimetrica localizzate di 2- 3 m (tassi fino a 8 cm/anno dal 1938 al 1961 (Caputo et al., 1970; Corbau et al., 2019) e riduzioni fino a 1-2 metri nelle zone industriali di Ravenna e Cesenatico per effetto del prelievo di acque dal sottosuolo (Teatini et al. 2005). Le misure messe in atto dalla regione, in particolare le limitazioni sull’estrazione dell’acqua dal sottosuolo, hanno sensibilmente ridotto l’intensità della componente antropica del fenomeno, anche se, localmente ancora si osservano valori fino a 10-20 mm/a (Arpae - Regione Emilia-Romagna, 2018). Analogamente i recenti monitoraggi del fenomeno erosivo evidenziano che il 47% dei litorali regionali è in sofferenza (monitoraggio Arpae 2012-2018). Ulteriori studi regionali stimano che, dei 108 km di costa tra Cattolica e la foce del fiume Po di Volano, il 36% presenti un'elevata suscettibilità ai fenomeni di erosione costiera (classi 4 e 5), e il 35% alle inondazioni marine. Ciò è calcolato sulla base di parametri morfologici, circa il 40% delle spiagge (considerando solo la porzione libera da infrastrutture) ha una ampiezza inferiore a 50 metri, e più dell'80% ha un'elevazione media inferiore a 1.5 metri; parametri evolutivi quali la dinamica della linea di riva e dal livello di antropizzazione della costa (Perini et al., 2019). Le diverse attività di monitoraggio delle dinamiche costiere portate avanti, evidenziano una rilevante incidenza della componente antropica a fenomeni quali l’erosione dei litorali, l’abbassamento del suolo, la riduzione dei sistemi naturali di difesa dall’ingressione marina e difficoltà di drenaggio. Da qui la volontà della Regione di intraprendere un sempre più sensibile programma di monitoraggio dell’uso del suolo. Il presente documento riporta in sintesi i risultati ottenuti dal progetto di ricerca interdisciplinare, denominato “Subsidenza”, a cui hanno partecipato: MiSE; Regione Emilia-Romagna; Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV; Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum” – DICAM; Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR IREA; Ricerca Sistema Energetico – RSE; Politecnico di Torino – Polo di Ricerca SEADOG.

Progetto Subsidenza: studio multidisciplinare per la valutazione delle deformazioni del suolo finalizzato allo sviluppo di un modello per il monitoraggio integrato / Dialuce G., Dell’Orso M., Antoncecchi I., Ciccone F., Giordano A., Colucci F., Moia F., Billi A., Carminati E., Cuffaro M., D’Ambrosio A., Doglioni C., Livani M., Maffucci R., Petricca P., Petracchini L., Benetatos C., Rocca V., Bonano M., De Luca C., Lanari R., Manzo M., Gandolfi S., MACINI P., Poluzzi L., Tavasci L., Albano M., Anderlini L., Avallone A., Cavaliere A., D’Agostino N., Devoti R., Palano M., Pezzo G., Pietrantonio G., Polcari M., Randazzo D., Riguzzi F., Secreti V., Selvaggi G., Serpelloni E., Sparacino F., Trasatti E., Severi P., Perini L.. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 1-64.

Progetto Subsidenza: studio multidisciplinare per la valutazione delle deformazioni del suolo finalizzato allo sviluppo di un modello per il monitoraggio integrato

Gandolfi S.;MACINI P.;Poluzzi L.;Tavasci L.;
2021

Abstract

La regione Emilia-Romagna, e il mare antistante le sue coste, ricadono nell’ambito di una zona geologica dinamica soggetta a diversi processi che concorrono al fenomeno della subsidenza naturale (Carminati et al., 2006), fenomeno che agisce su scale temporali molto lunghe, migliaia-milioni di anni. Negli ultimi 2500 anni si è osservato nel settore orientale della pianura Padana, una subsidenza naturale che si attesta su valori di 2-3 mm/a (Gambolati e Teatini, 1998). La subsidenza naturale della zona è riconducibile a due componenti principali: - la dinamica delle placche, ovvero le deformazioni legate all’evoluzione della catena appenninica, di cui il bacino Adriatico centro-settentrionale costituisce l’avanfossa più recente; - la compattazione dei depositi di riempimento del bacino padano, con particolare riferimento a quelli plio-pleistocenici, il cui spessore e il carico sedimentario sono esternamente variabili in funzione dell’assetto strutturale del substrato (da poche centinaia di metri, in corrispondenza delle pieghe, fino a 5000-6000 metri, nei depocentri). La subsidenza rappresenta un fenomeno particolarmente critico per la fascia costiera regionale contribuendo ad accentuare i fenomeni di erosione costiera e ingressione marina che affliggono fortemente le coste regionali. Numerosi studi e monitoraggi dei suddetti fenomeni sono stati effettuati da Università Enti di Ricerca e dalla Regione stessa, ciò che emerge è un rilevante abbassamento del suolo riconducibile ad una più intensa attività antropica dell’area nel corso del XX secolo. In particolare, nel settore del delta del Po l’estrazione di acque metanifere dal sottosuolo ha causato riduzioni della quota altimetrica localizzate di 2- 3 m (tassi fino a 8 cm/anno dal 1938 al 1961 (Caputo et al., 1970; Corbau et al., 2019) e riduzioni fino a 1-2 metri nelle zone industriali di Ravenna e Cesenatico per effetto del prelievo di acque dal sottosuolo (Teatini et al. 2005). Le misure messe in atto dalla regione, in particolare le limitazioni sull’estrazione dell’acqua dal sottosuolo, hanno sensibilmente ridotto l’intensità della componente antropica del fenomeno, anche se, localmente ancora si osservano valori fino a 10-20 mm/a (Arpae - Regione Emilia-Romagna, 2018). Analogamente i recenti monitoraggi del fenomeno erosivo evidenziano che il 47% dei litorali regionali è in sofferenza (monitoraggio Arpae 2012-2018). Ulteriori studi regionali stimano che, dei 108 km di costa tra Cattolica e la foce del fiume Po di Volano, il 36% presenti un'elevata suscettibilità ai fenomeni di erosione costiera (classi 4 e 5), e il 35% alle inondazioni marine. Ciò è calcolato sulla base di parametri morfologici, circa il 40% delle spiagge (considerando solo la porzione libera da infrastrutture) ha una ampiezza inferiore a 50 metri, e più dell'80% ha un'elevazione media inferiore a 1.5 metri; parametri evolutivi quali la dinamica della linea di riva e dal livello di antropizzazione della costa (Perini et al., 2019). Le diverse attività di monitoraggio delle dinamiche costiere portate avanti, evidenziano una rilevante incidenza della componente antropica a fenomeni quali l’erosione dei litorali, l’abbassamento del suolo, la riduzione dei sistemi naturali di difesa dall’ingressione marina e difficoltà di drenaggio. Da qui la volontà della Regione di intraprendere un sempre più sensibile programma di monitoraggio dell’uso del suolo. Il presente documento riporta in sintesi i risultati ottenuti dal progetto di ricerca interdisciplinare, denominato “Subsidenza”, a cui hanno partecipato: MiSE; Regione Emilia-Romagna; Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV; Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum” – DICAM; Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR IREA; Ricerca Sistema Energetico – RSE; Politecnico di Torino – Polo di Ricerca SEADOG.
2021
9788894366969
Progetto Subsidenza: studio multidisciplinare per la valutazione delle deformazioni del suolo finalizzato allo sviluppo di un modello per il monitoraggio integrato / Dialuce G., Dell’Orso M., Antoncecchi I., Ciccone F., Giordano A., Colucci F., Moia F., Billi A., Carminati E., Cuffaro M., D’Ambrosio A., Doglioni C., Livani M., Maffucci R., Petricca P., Petracchini L., Benetatos C., Rocca V., Bonano M., De Luca C., Lanari R., Manzo M., Gandolfi S., MACINI P., Poluzzi L., Tavasci L., Albano M., Anderlini L., Avallone A., Cavaliere A., D’Agostino N., Devoti R., Palano M., Pezzo G., Pietrantonio G., Polcari M., Randazzo D., Riguzzi F., Secreti V., Selvaggi G., Serpelloni E., Sparacino F., Trasatti E., Severi P., Perini L.. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 1-64.
Dialuce G., Dell’Orso M., Antoncecchi I., Ciccone F., Giordano A., Colucci F., Moia F., Billi A., Carminati E., Cuffaro M., D’Ambrosio A., Doglioni C., Livani M., Maffucci R., Petricca P., Petracchini L., Benetatos C., Rocca V., Bonano M., De Luca C., Lanari R., Manzo M., Gandolfi S., MACINI P., Poluzzi L., Tavasci L., Albano M., Anderlini L., Avallone A., Cavaliere A., D’Agostino N., Devoti R., Palano M., Pezzo G., Pietrantonio G., Polcari M., Randazzo D., Riguzzi F., Secreti V., Selvaggi G., Serpelloni E., Sparacino F., Trasatti E., Severi P., Perini L.
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