Antiautoritarismo e pratiche non autoritarie come cifra di una stagione politica

Nel mutato scenario economico e sociale degli anni Sessanta in Italia si innescarono sviluppi culturali che portarono la critica sui limiti della libertà e dell’emancipazione all’interno delle democrazie postbelliche. La critica sociale andò concentrandosi non solo sulle più sofisticate modalità repressive delle nuove società del benessere ma anche, e forse in misura maggiore, sulle strutture più profonde che si riteneva garantissero la sopravvivenza di fondamenti autoritari anche nelle democrazie liberali. La lotta a tali strutture si sintetizzava nel concetto di antiautoritarismo, il quale fu contemporaneamente sia oggetto di raffinate elaborazioni teoriche che principio informatore di nuove strategie di azione attraverso cui contrastare l’ordine costituito e orientare il mutamento sociale. Obiettivo di questo contributo è allora tratteggiare la parabola dell’antiautoritarismo richiamandone le ragioni storiche dell’emersione, le sue diverse accezioni e i suoi molteplici ambiti di adozione, così come, infine, le difficoltà, i limiti se non le aporie che ne depotenziarono l’originario afflato eversivo.