Traiettorie euristiche per il lavoro educativo nelle biblioteche in carcere

The contribution aims to present the initial results of a study that sought to investigate the potential of prison libraries, conceived as privileged space for designing educational interventions aimed at supporting inclusion pathways for incarcerated individuals. Through the collection and analysis of biographical interviews with people who have spent a portion of their lives in prison, the goal was to gather representations, experiences, and practices, to guide educational actions. Libraries are viewed as among the few spaces within prisons characterized by the capacity to host a community. Collective spaces, especially within a total institution, are crucial as they facilitate the encounter between bodies, the sharing of experiences, the strength to organize; they foster relationships, reciprocity, eroticism, and mutual protection against episodes of violence; they enable relationships and encounters between incarcerated individuals and non-incarcerated individuals, during privileged moments of resistance outside institutionalized isolation.

Il contributo intende presentare i primi risultati di una ricerca che si è posta l’obiettivo di indagare le potenzialità delle biblioteche in carcere, pensate come spazi privilegiati per la progettazione di interventi educativi finalizzati al supporto dei percorsi di inclusione a favore delle persone detenute. Attraverso la raccolta e l’analisi di interviste biografiche a persone che hanno trascorso una parte della loro vita in carcere, al fine di raccogliere rappresentazioni, vissuti e pratiche per orientare l’agire educativo. Le biblioteche verranno guardate nel loro essere uno dei pochi spazi, in carcere, caratterizzati dalla possibilità di ospitare una collettività. Gli spazi collettivi, soprattutto in un’istituzione totale, sono fondamentali perché facilitano l'incontro tra i corpi, la condivisione delle esperienze e l'organizzazione; favoriscono le relazioni, la reciprocità, l'erotismo e la mutua protezione dagli episodi di violenza; permettono la relazione e l'incontro tra le persone detenute e con le persone non detenute, in momenti privilegiati di resistenza, fuori dall'isolamento istituzionalizzato.