Da tempo l’orientamento intrapreso dalla maggioranza delle Nazioni è quello tracciato da Agenda 2030: l’imprevedibile dinamica che sta interessando l’economia mondiale e denotando anche gli scenari europei sta mettendo in crisi molti dei fondamentali che per decenni si ritenevano sufficienti per affrontare nuove sfide. I costanti ed irreversibili cambiamenti climatici in atto, la recente pandemia mondiale e i recenti avvenimenti politico-militari, evidenziano di fatto una sostanziale debolezza dei Governi nel fronteggiare e potersi districare di fronte a scenari mutevoli e fortemente impattanti in termini negativi sul territorio. Il contributo, primo di una serie dedicata all’ampio tema della sostenibilità e resilienza dei territori e dei conseguenti impatti economico-finanziari, ambientali ed organizzativi, intende enfatizzare come a mancare ancora nel nostro Paese sia la cultura della “valutazione prospettica” del rischio derivante dagli inevitabili accadimenti meteorologici e climatici, portando conseguentemente a perdite e impatti economici davvero ragguardevoli e che potrebbe essere fortemente mitigati nelle conseguenze, se al centro delle agende politiche locali vi fosse una fattibilità economica ed ambientale preventiva dei progetti di investimento sul territorio. In tal senso, introdurre gradualmente nei principali documenti di programmazione territoriale locale (DEFR e PIAO per le Regioni; DUP e PIAO per le autonomie locali) una serie di indicatori preventivi di obiettivi di sostenibilità rappresenta una scelta auspicata oltre che obbligata. Nel frattempo, nel nostro Paese è attualmente in rivisitazione il nuovo documento Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS22) che una volta approvato costituirà un quadro orientativo delle politiche pubbliche nazionali e locali valido per il prossimo triennio.
Luca Mazzara (2023). Obiettivi di sviluppo sostenibili, resilienza e nuove sfide territoriali: quali prospettive?. FINANZA E TRIBUTI LOCALI, 12, 15-23.
Obiettivi di sviluppo sostenibili, resilienza e nuove sfide territoriali: quali prospettive?
Luca MazzaraPrimo
2023
Abstract
Da tempo l’orientamento intrapreso dalla maggioranza delle Nazioni è quello tracciato da Agenda 2030: l’imprevedibile dinamica che sta interessando l’economia mondiale e denotando anche gli scenari europei sta mettendo in crisi molti dei fondamentali che per decenni si ritenevano sufficienti per affrontare nuove sfide. I costanti ed irreversibili cambiamenti climatici in atto, la recente pandemia mondiale e i recenti avvenimenti politico-militari, evidenziano di fatto una sostanziale debolezza dei Governi nel fronteggiare e potersi districare di fronte a scenari mutevoli e fortemente impattanti in termini negativi sul territorio. Il contributo, primo di una serie dedicata all’ampio tema della sostenibilità e resilienza dei territori e dei conseguenti impatti economico-finanziari, ambientali ed organizzativi, intende enfatizzare come a mancare ancora nel nostro Paese sia la cultura della “valutazione prospettica” del rischio derivante dagli inevitabili accadimenti meteorologici e climatici, portando conseguentemente a perdite e impatti economici davvero ragguardevoli e che potrebbe essere fortemente mitigati nelle conseguenze, se al centro delle agende politiche locali vi fosse una fattibilità economica ed ambientale preventiva dei progetti di investimento sul territorio. In tal senso, introdurre gradualmente nei principali documenti di programmazione territoriale locale (DEFR e PIAO per le Regioni; DUP e PIAO per le autonomie locali) una serie di indicatori preventivi di obiettivi di sostenibilità rappresenta una scelta auspicata oltre che obbligata. Nel frattempo, nel nostro Paese è attualmente in rivisitazione il nuovo documento Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS22) che una volta approvato costituirà un quadro orientativo delle politiche pubbliche nazionali e locali valido per il prossimo triennio.File | Dimensione | Formato | |
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