Si potrebbe dire che nel nostro personale rapporto con la morte i ritratti, gli autoritratti e soprattutto le fotografie costituiscono i nostri monumenti privati, che si affiancano a quelli pubblici, di cui soprattutto si è parlato all’interno di questo convegno. Dicendo questo, tuttavia, non intendo suggerire una contrapposizione tra pubblico e privato, se mai una loro correlazione. Infatti, non solo le origini e le dinamiche psichiche di queste due forme di memoria sono simili, ma in qualche misura sovrapponibili. Infatti anche quelle che possono sembrare testimonianze assolutamente private, come le foto dei nostri cari o quelle di noi stessi, per adempiere alla loro funzione psicologica, hanno bisogno di incontrare lo sguardo dell’altro, trasformandosi così in qualcosa di pubblico. Ciò trova un preciso riscontro e una sorta di millenaria consacrazione nell’uso antico di porre sulla tomba il ritratto del morto. Così esposto allo sguardo di tutti, esso perde infatti parte della sua contingente singolarità e si trasforma in un piccolo monumento pubblico.
Titolo: | Lutto e memoria nelle dinamiche del ritratto e dell'autoritratto |
Autore/i: | FERRARI, STEFANO |
Autore/i Unibo: | |
Anno: | 2010 |
Titolo del libro: | Monumento e memoria. Dall'antichità al contemporaneo. Atti del Convegno (Bologna, 11-13 ottobre 2006) |
Pagina iniziale: | 255 |
Pagina finale: | 264 |
Abstract: | Si potrebbe dire che nel nostro personale rapporto con la morte i ritratti, gli autoritratti e soprattutto le fotografie costituiscono i nostri monumenti privati, che si affiancano a quelli pubblici, di cui soprattutto si è parlato all’interno di questo convegno. Dicendo questo, tuttavia, non intendo suggerire una contrapposizione tra pubblico e privato, se mai una loro correlazione. Infatti, non solo le origini e le dinamiche psichiche di queste due forme di memoria sono simili, ma in qualche misura sovrapponibili. Infatti anche quelle che possono sembrare testimonianze assolutamente private, come le foto dei nostri cari o quelle di noi stessi, per adempiere alla loro funzione psicologica, hanno bisogno di incontrare lo sguardo dell’altro, trasformandosi così in qualcosa di pubblico. Ciò trova un preciso riscontro e una sorta di millenaria consacrazione nell’uso antico di porre sulla tomba il ritratto del morto. Così esposto allo sguardo di tutti, esso perde infatti parte della sua contingente singolarità e si trasforma in un piccolo monumento pubblico. |
Data prodotto definitivo in UGOV: | 27-gen-2011 |
Appare nelle tipologie: | 4.01 Contributo in Atti di convegno |