Questo numero propone una riflessione su 300 numeri di “Italia contemporanea”: una storia lunga, frutto del lavoro di diverse generazioni di studiose e studiosi. La rivista nacque nel 1949 con il nome di “Il Movimento di liberazione in Italia. Rassegna bimestrale di studi e documenti”. A promuoverne attivamente l’iniziativa fu il gruppo di politici e intellettuali, aggregati intorno alla figura di Ferruccio Parri, che, pochi mesi prima, aveva costituito a Milano l’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia. Negli anni Sessanta la “Rassegna” divenne una vera e propria rivista scientifica di storia contemporanea, la prima in Italia interamente dedicata allo studio del XX secolo. Nel 1974 essa prese il nome di “Italia contemporanea”. Il numero 300 ripercorre questa storia, con una selezione di alcuni articoli tra le migliaia pubblicati in questi decenni. Senza intenzioni celebrative, l’obiettivo è di individuare e analizzare quali siano state le linee interpretative emerse negli anni. Interrogandosi poi se e quanto innovative — rispetto alla storiografia coeva — furono quelle pagine, e in quale misura siano oggi superate (o meno). La scelta degli argomenti ha seguito la storia di “Italia Contemporanea”, che nei primi anni ha indagato i temi del fascismo, della Seconda guerra mondiale e della Resistenza, per poi allargare sempre di più lo spettro degli interessi, sino a comprendere le vicende più recenti dell’Italia repubblicana. L'articolo si confronta con un intervento di Riccardo Domenico Peretti Griva — icona della magistratura antifascista, Primo Presidente della Corte d’Appello di Torino, quindi Alto Commissario per l’epurazione sotto il governo Parri — e la selezione di documenti sull’organizzazione della giustizia clandestina in Piemonte che lo accompagna, presentati da Alessandro Galante Garrone, pubblicati entrambi sulla rivista nel 1950 e a più riprese richiamati negli studi che si confrontano con il tema della punizione dei crimini fascisti, dell’epurazione, della giustizia di transizione.
Toni Rovatti (2022). La giustizia immaginata nella Resistenza. Speranze e illusioni per una nuova legittimità democratica. ITALIA CONTEMPORANEA, 300, 62-68.
La giustizia immaginata nella Resistenza. Speranze e illusioni per una nuova legittimità democratica
Toni Rovatti
2022
Abstract
Questo numero propone una riflessione su 300 numeri di “Italia contemporanea”: una storia lunga, frutto del lavoro di diverse generazioni di studiose e studiosi. La rivista nacque nel 1949 con il nome di “Il Movimento di liberazione in Italia. Rassegna bimestrale di studi e documenti”. A promuoverne attivamente l’iniziativa fu il gruppo di politici e intellettuali, aggregati intorno alla figura di Ferruccio Parri, che, pochi mesi prima, aveva costituito a Milano l’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia. Negli anni Sessanta la “Rassegna” divenne una vera e propria rivista scientifica di storia contemporanea, la prima in Italia interamente dedicata allo studio del XX secolo. Nel 1974 essa prese il nome di “Italia contemporanea”. Il numero 300 ripercorre questa storia, con una selezione di alcuni articoli tra le migliaia pubblicati in questi decenni. Senza intenzioni celebrative, l’obiettivo è di individuare e analizzare quali siano state le linee interpretative emerse negli anni. Interrogandosi poi se e quanto innovative — rispetto alla storiografia coeva — furono quelle pagine, e in quale misura siano oggi superate (o meno). La scelta degli argomenti ha seguito la storia di “Italia Contemporanea”, che nei primi anni ha indagato i temi del fascismo, della Seconda guerra mondiale e della Resistenza, per poi allargare sempre di più lo spettro degli interessi, sino a comprendere le vicende più recenti dell’Italia repubblicana. L'articolo si confronta con un intervento di Riccardo Domenico Peretti Griva — icona della magistratura antifascista, Primo Presidente della Corte d’Appello di Torino, quindi Alto Commissario per l’epurazione sotto il governo Parri — e la selezione di documenti sull’organizzazione della giustizia clandestina in Piemonte che lo accompagna, presentati da Alessandro Galante Garrone, pubblicati entrambi sulla rivista nel 1950 e a più riprese richiamati negli studi che si confrontano con il tema della punizione dei crimini fascisti, dell’epurazione, della giustizia di transizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.