Annodare i fili dello scambio di conoscenza interno e organizzare processi e strumenti di circolazione continua della stessa diventano l’urgente obiettivo di molte imprese manifatturiere che fino a oggi hanno trattato le conoscenze come bene da proteggere e da trattenere in modo riservato nelle mani di alcuni, spesso di una sola figura. Parallelamente non c’è azienda, indipendente mente dalla taglia dimensionale o dal settore di operatività, che non si stia ponendo tre domande urgenti e importanti per la propria sopravvivenza: come riorganizzare le relazioni interne tra occupati fissi, collaboratori, management e fornitori abitudinari, alla luce della crisi dei modelli tradizionali di incontro e riunione fatti di persona sul luogo di lavoro? Quali strumenti utilizzare e come procedere nell’acquisizione di conoscenze nuove e nella circolazione interna della conoscenza, soprattutto quando occorre trasferirla e scambiarla da una divisione interna a un’altra o a far lavorare insieme soggetti che provengono da settori disciplinari diversi? Come aprirsi a dialogare all’esterno, verso e insieme una comunità di soggetti (fornitori partner, clienti speciali, stakeholder qualificati) per attivare un dare-avere sistematico e continuo? Non c’è pertanto organizzazione produttiva che non si sia resa conto, o non si stia drammaticamente rendendo conto, che la conoscenza rappresenta una delle materie prime che possono-devono essere trattate in termini di sostenibilità: ossia devono diventare circolari e in continuo trasferimento. Se la conoscenza si ferma a ridosso di qualcuno smette di produrre valore.
Celaschi, De Matteo (2021). La produzione della conoscenza organizzativa. Da sistema lineare a processo circolare. SISTEMI & IMPRESA, 6, 68-75.
La produzione della conoscenza organizzativa. Da sistema lineare a processo circolare
Celaschi;De Matteo
2021
Abstract
Annodare i fili dello scambio di conoscenza interno e organizzare processi e strumenti di circolazione continua della stessa diventano l’urgente obiettivo di molte imprese manifatturiere che fino a oggi hanno trattato le conoscenze come bene da proteggere e da trattenere in modo riservato nelle mani di alcuni, spesso di una sola figura. Parallelamente non c’è azienda, indipendente mente dalla taglia dimensionale o dal settore di operatività, che non si stia ponendo tre domande urgenti e importanti per la propria sopravvivenza: come riorganizzare le relazioni interne tra occupati fissi, collaboratori, management e fornitori abitudinari, alla luce della crisi dei modelli tradizionali di incontro e riunione fatti di persona sul luogo di lavoro? Quali strumenti utilizzare e come procedere nell’acquisizione di conoscenze nuove e nella circolazione interna della conoscenza, soprattutto quando occorre trasferirla e scambiarla da una divisione interna a un’altra o a far lavorare insieme soggetti che provengono da settori disciplinari diversi? Come aprirsi a dialogare all’esterno, verso e insieme una comunità di soggetti (fornitori partner, clienti speciali, stakeholder qualificati) per attivare un dare-avere sistematico e continuo? Non c’è pertanto organizzazione produttiva che non si sia resa conto, o non si stia drammaticamente rendendo conto, che la conoscenza rappresenta una delle materie prime che possono-devono essere trattate in termini di sostenibilità: ossia devono diventare circolari e in continuo trasferimento. Se la conoscenza si ferma a ridosso di qualcuno smette di produrre valore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.