Porta orientis per destino geografico, Vienna in realtà tardò a istituzionalizzare sia gli studi delle lingue orientali, sia le relazioni diplomatiche con gli imperi islamicati. Tuttavia, proprio la blanda centralizzazione e il precario equilibrio tra Vienna e Istanbul fece sì che la biblioteca imperiale diventasse il fulcro di un movimento di libri, idee e persone tra Sacro Romano Impero e Impero ottomano, tra protestanti, cattolici, cristiani ortodossi, ebrei e musulmani. Dall’intreccio tra diplomazia, scontro confessionale, conflitto militare, studi eruditi, presero forma nuovi saperi e nuove collezioni librarie. Questo lavoro mette in luce il ruolo svolto in tale contesto da tre individui legati in modo diverso alla biblioteca imperiale: il diplomatico, erudito e poliedrico Ogier Ghiselin de Busbecq, che portò a Vienna da Costantinopoli una cospicua collezione di manoscritti, il bibliotecario Hugo Blotius, che fece l’inventario dei cosidetti Turcica, e il suo erede Sebastian Tengnagel, che si affermò come uno dei maggiori orientalisti nella Repubblica delle Lettere. I loro casi mostrano come nel Cinque e nel Seicento la biblioteca “transimperiale” di Vienna, un’istituzione promanata da un potere che stava trovando una nuova configurazione anche rispetto agli imperi musulmani e alle monarchie europee, fosse però anche la somma delle urgenze e degli sforzi dei singoli individui che agivano per interessi – confessionali, diplomatici o dotti – del tutto personali. In una città, Vienna, segnata da una strutturale instabilità, progetti librari, reti dell’orientalismo e canali diplomatici si sovrapponevano fino a confondersi.
Molino P, Petrolini C (2023). Una biblioteca trans-imperiale: reti diplomatiche e libri orientali a Vienna prima e dopo la Langer Türkenkrieg. LA BIBLIOFILIA, 125, 71-96.
Una biblioteca trans-imperiale: reti diplomatiche e libri orientali a Vienna prima e dopo la Langer Türkenkrieg
Petrolini C
2023
Abstract
Porta orientis per destino geografico, Vienna in realtà tardò a istituzionalizzare sia gli studi delle lingue orientali, sia le relazioni diplomatiche con gli imperi islamicati. Tuttavia, proprio la blanda centralizzazione e il precario equilibrio tra Vienna e Istanbul fece sì che la biblioteca imperiale diventasse il fulcro di un movimento di libri, idee e persone tra Sacro Romano Impero e Impero ottomano, tra protestanti, cattolici, cristiani ortodossi, ebrei e musulmani. Dall’intreccio tra diplomazia, scontro confessionale, conflitto militare, studi eruditi, presero forma nuovi saperi e nuove collezioni librarie. Questo lavoro mette in luce il ruolo svolto in tale contesto da tre individui legati in modo diverso alla biblioteca imperiale: il diplomatico, erudito e poliedrico Ogier Ghiselin de Busbecq, che portò a Vienna da Costantinopoli una cospicua collezione di manoscritti, il bibliotecario Hugo Blotius, che fece l’inventario dei cosidetti Turcica, e il suo erede Sebastian Tengnagel, che si affermò come uno dei maggiori orientalisti nella Repubblica delle Lettere. I loro casi mostrano come nel Cinque e nel Seicento la biblioteca “transimperiale” di Vienna, un’istituzione promanata da un potere che stava trovando una nuova configurazione anche rispetto agli imperi musulmani e alle monarchie europee, fosse però anche la somma delle urgenze e degli sforzi dei singoli individui che agivano per interessi – confessionali, diplomatici o dotti – del tutto personali. In una città, Vienna, segnata da una strutturale instabilità, progetti librari, reti dell’orientalismo e canali diplomatici si sovrapponevano fino a confondersi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.