L’articolo è uno studio sui lavori per il cinema (soggetti e sceneggiature) e sui testi di argomenti cinematografico del poeta Roberto Roversi. L’articolo esamina anzitutto i film realizzati: tre lungometraggi di finzione e vari documentari (diretti soprattutto da Carlo Di Carlo). Successivamente prende in considerazione gli articoli sul cinema che Roversi ha scritto per quotidiani e riviste. La terza sezione dell’articolo è dedicata a Il frate, progetto di sceneggiatura per un film su san Francesco che avrebbe dovuto essere diretto da Michelangelo Antonioni. Infine, grazie alle ricerche compiute in vari archivi (Centro sperimentale di cinematografia, Museo del cinema di Torino), vengono riportati alla luce diversi altri progetti di film a cui Roversi ha partecipato: in particolare risultano significativi I trenta passi di Angela, scritto assieme a Tonino Guerra, e Area di rigore, curioso soggetto di ambientazione calcistica. Roberto Roversi resta – a dispetto delle “formule sbrigative e liquidatorie” (Moliterni, 2008: 563) in cui viene spesso rinchiusa la sua opera – una figura complessa, non facilmente inquadrabile entro le abituali categorie critiche e quindi non studiata quanto meriterebbe. L'esame dei suoi lavori per il cinema evidenzia aspetti poco noti e conferma la complessità della sua personalità. Sebbene si tratti in prevalenza di lavori su commissione, dall’esame di questi testi emergono alcuni interessi tematici ricorrenti, a cominciare dalla sottolineatura dell’importanza della memoria, intesa non come ricordo statico ma come forza che si traduce in azione nel presente e in progetto rivolto al futuro. Nella trasformazione dei luoghi, e in particolare della città di Bologna, si può osservare come memoria del passato e progetto per il futuro interagiscono nel presente. Nei film a cui Roversi ha collaborato si avverte spesso lo sforzo di rappresentare gli esseri umani e i luoghi in costante “divenire”.

Roberto Roversi e il cinema: documentari, articoli e progetti

Rinaldo Vignati
2022

Abstract

L’articolo è uno studio sui lavori per il cinema (soggetti e sceneggiature) e sui testi di argomenti cinematografico del poeta Roberto Roversi. L’articolo esamina anzitutto i film realizzati: tre lungometraggi di finzione e vari documentari (diretti soprattutto da Carlo Di Carlo). Successivamente prende in considerazione gli articoli sul cinema che Roversi ha scritto per quotidiani e riviste. La terza sezione dell’articolo è dedicata a Il frate, progetto di sceneggiatura per un film su san Francesco che avrebbe dovuto essere diretto da Michelangelo Antonioni. Infine, grazie alle ricerche compiute in vari archivi (Centro sperimentale di cinematografia, Museo del cinema di Torino), vengono riportati alla luce diversi altri progetti di film a cui Roversi ha partecipato: in particolare risultano significativi I trenta passi di Angela, scritto assieme a Tonino Guerra, e Area di rigore, curioso soggetto di ambientazione calcistica. Roberto Roversi resta – a dispetto delle “formule sbrigative e liquidatorie” (Moliterni, 2008: 563) in cui viene spesso rinchiusa la sua opera – una figura complessa, non facilmente inquadrabile entro le abituali categorie critiche e quindi non studiata quanto meriterebbe. L'esame dei suoi lavori per il cinema evidenzia aspetti poco noti e conferma la complessità della sua personalità. Sebbene si tratti in prevalenza di lavori su commissione, dall’esame di questi testi emergono alcuni interessi tematici ricorrenti, a cominciare dalla sottolineatura dell’importanza della memoria, intesa non come ricordo statico ma come forza che si traduce in azione nel presente e in progetto rivolto al futuro. Nella trasformazione dei luoghi, e in particolare della città di Bologna, si può osservare come memoria del passato e progetto per il futuro interagiscono nel presente. Nei film a cui Roversi ha collaborato si avverte spesso lo sforzo di rappresentare gli esseri umani e i luoghi in costante “divenire”.
2022
Rinaldo Vignati
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