L’articolo esamina gli aspetti sostanziali e formali del commen- to che la Parafrasi greca delle Istituzioni dedica a I. 4, 7, 4c, riguar- dante la determinazione del peculio nell’ambito dell’actio de peculio e dell’actio de in rem verso, per mettere in luce le caratteristiche della methodus docendi costantinopolitana del VI secolo d.C. Le Istituzioni si limitavano ad affermare che il peculio è ciò che resta, dedotti i debiti intra-domum del servo, esclusi quelli del ser- vo ordinario nei confronti del vicario, che fa parte del peculio del pri- mo. La Parafrasi, anziché tradurre e commentare il testo, imbastisce una brillante ed unitaria lezione antecessoriale che offre agli studen- ti, seppur nell’economia di un commento paragrafico, un quadro d’in- sieme più completo, contenente la definizione di peculio e un accenno a come lo stesso si costituisca nonché la precisazione che i debiti da dedurre sono debiti naturali. Quanto all’eccezione sui debiti nei con- fronti del vicario, il testo greco sostituisce alla laconicità del testo- base un esempio destinato a spiegare plasticamente agli studenti la portata dell’eccezione. Passando dall’esame del merito a quello delle fonti impiegate dal Parafraste nel suo commento, l’autore individua nel 29o libro del commento ulpianeo alla clausola dumtaxat de peculio dell’editto del pretore nonché nel primo titolo del XVo libro del Digesto la probabi- le falsariga del discorso antecessoriale, evidenziando così la funzio- ne di raccordo dei commenti paragrafici con le nozioni che gli studen- ti avrebbero appreso negli anni successivi di studio: nel caso di spe- cie, nel secondo o nel terzo anno accademico, studiando la pars de re- bus del Digesto.
Marco Molinari (2022). UBI EST PECULII NOMEN, IBI SEMPER NODUS VEL SCRUPULUS ALIQUIS. LA PARAFRASI GRECA DELLE ISTITUZIONI DI GIUSTINIANO E LA DEFINIZIONE DI PECULIO NEL COMMENTO ANTECESSORIALE DI PT. 4, 7, 4C. ARCHIVIO GIURIDICO FILIPPO SERAFINI, CLIV(4), 1001-1044 [10.53148/AG202204006].
UBI EST PECULII NOMEN, IBI SEMPER NODUS VEL SCRUPULUS ALIQUIS. LA PARAFRASI GRECA DELLE ISTITUZIONI DI GIUSTINIANO E LA DEFINIZIONE DI PECULIO NEL COMMENTO ANTECESSORIALE DI PT. 4, 7, 4C
Marco Molinari
2022
Abstract
L’articolo esamina gli aspetti sostanziali e formali del commen- to che la Parafrasi greca delle Istituzioni dedica a I. 4, 7, 4c, riguar- dante la determinazione del peculio nell’ambito dell’actio de peculio e dell’actio de in rem verso, per mettere in luce le caratteristiche della methodus docendi costantinopolitana del VI secolo d.C. Le Istituzioni si limitavano ad affermare che il peculio è ciò che resta, dedotti i debiti intra-domum del servo, esclusi quelli del ser- vo ordinario nei confronti del vicario, che fa parte del peculio del pri- mo. La Parafrasi, anziché tradurre e commentare il testo, imbastisce una brillante ed unitaria lezione antecessoriale che offre agli studen- ti, seppur nell’economia di un commento paragrafico, un quadro d’in- sieme più completo, contenente la definizione di peculio e un accenno a come lo stesso si costituisca nonché la precisazione che i debiti da dedurre sono debiti naturali. Quanto all’eccezione sui debiti nei con- fronti del vicario, il testo greco sostituisce alla laconicità del testo- base un esempio destinato a spiegare plasticamente agli studenti la portata dell’eccezione. Passando dall’esame del merito a quello delle fonti impiegate dal Parafraste nel suo commento, l’autore individua nel 29o libro del commento ulpianeo alla clausola dumtaxat de peculio dell’editto del pretore nonché nel primo titolo del XVo libro del Digesto la probabi- le falsariga del discorso antecessoriale, evidenziando così la funzio- ne di raccordo dei commenti paragrafici con le nozioni che gli studen- ti avrebbero appreso negli anni successivi di studio: nel caso di spe- cie, nel secondo o nel terzo anno accademico, studiando la pars de re- bus del Digesto.| File | Dimensione | Formato | |
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