L’Autore recensisce un volumetto tratto da una lezione di Gustavo Zagrebelsky, che rappresenta una dei più noti e autorevoli costituzionalisti viventi. Nella “lezione sulla lezione”, tenuta in occasione della Biennale democrazia del 7 ottobre 2021 e ripresa nel libro, l'Autore non veste i panni del dotto giurista bensì quelli del professore e forse, ancor prima, quelli dell’ex studente di scuola e università, limitandosi – per così dire – a profilare i contorni e le caratteristiche di una lezione che val la pena ascoltare, spigando com’essa possa costituire “un momento magico” (p. 9), a condizione di tenere presenti alcune fondamentali distinzioni concettuali: quella tra trasmettere e scoprire (p. 28 ss.), tra analisi e sintesi (p. 49), tra informare e formare (p. 59 ss.) o, ancora, con riferimento all’indefettibile momento della verifica, tra interrogazione e interrogatorio (p. 93 s.). Zaglebelski si spinge, però, oltre, soffermandosi anche sulle caratteristiche e la composizione di una classe nonché sulla dimensione materiale e immateriale dell’aula ove docente e discenti si radunano: se la formazione di una classe “è un atto altamente politico” (85), l’aula è il luogo delle vibrazioni di un flauto (p. 77), mentre “la migliore lezione è quella che insegna a controllare le emozioni con l’intelletto e muovere l’intelletto con le emozioni” (…..), sicché, quando il miracolo accade, anche “un’ora sola di lezione è un dono di lunga durata” (p. 103).
Martelloni (2023). F. MARTELLONI legge G. ZAGREBELSKY, La lezione, Einaudi, Torino, 2022. RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL LAVORO, 2(Sez. III), 61-64.
F. MARTELLONI legge G. ZAGREBELSKY, La lezione, Einaudi, Torino, 2022
Martelloni
2023
Abstract
L’Autore recensisce un volumetto tratto da una lezione di Gustavo Zagrebelsky, che rappresenta una dei più noti e autorevoli costituzionalisti viventi. Nella “lezione sulla lezione”, tenuta in occasione della Biennale democrazia del 7 ottobre 2021 e ripresa nel libro, l'Autore non veste i panni del dotto giurista bensì quelli del professore e forse, ancor prima, quelli dell’ex studente di scuola e università, limitandosi – per così dire – a profilare i contorni e le caratteristiche di una lezione che val la pena ascoltare, spigando com’essa possa costituire “un momento magico” (p. 9), a condizione di tenere presenti alcune fondamentali distinzioni concettuali: quella tra trasmettere e scoprire (p. 28 ss.), tra analisi e sintesi (p. 49), tra informare e formare (p. 59 ss.) o, ancora, con riferimento all’indefettibile momento della verifica, tra interrogazione e interrogatorio (p. 93 s.). Zaglebelski si spinge, però, oltre, soffermandosi anche sulle caratteristiche e la composizione di una classe nonché sulla dimensione materiale e immateriale dell’aula ove docente e discenti si radunano: se la formazione di una classe “è un atto altamente politico” (85), l’aula è il luogo delle vibrazioni di un flauto (p. 77), mentre “la migliore lezione è quella che insegna a controllare le emozioni con l’intelletto e muovere l’intelletto con le emozioni” (…..), sicché, quando il miracolo accade, anche “un’ora sola di lezione è un dono di lunga durata” (p. 103).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.