Il salario minimo legale come strumento di attuazione costituzionale

Labour law as a construct that is more doctrinal than legislative and more jurisprudential than doctrinal, characterized by a constant evolutionary process referred to as micro-discontinuity. This idea seems to be confirmed by the latest developments within Italian case-law in the matter of fair compensation under Article 36 Const. The recent jurisprudential stance of the Court of Cassation on the topic of proportional and sufficient compensation may potentially spur legislative action on the issue of a legal minimum wage, provided that the institutional resistance that still exists in Parliament and the CNEL can be overcome.

Il saggio ripercorre il dibattito sulla possibilità di introdurre, in Italia, un salario minimo fissato per legge, prendendo le mosse dal dibattito in Assemblea costituente da cui scaturì il testo dell'art. 36 Cost. L'Autore sottolinea il ruolo di supplenza esercitato dalla giurisprudenza nella perdurante mancata attuazione dell'art. 39, II, parte, Cost. e descrive l'evoluzione dell'ordinamento sindacale di fatto nel cui ambito l'autonomia privata collettiva si è profilata come autorità salariale. Nell'ultima parte del contributo, vengono esaminati i più recenti limiti del c.d. ordinamento intersindacale, anche alla luce della posizione assunta da soggetti e istituzioni molto autorevoli nella più recente evoluzione del diritto del lavoro: innanzitutto la Corte di Cassazione, con particolare riguardo alle sentenze sorelle del 2 ottobre 2023 in tema di Art. 36 Cost.; in secondo luogo il CNEL, espressosi con un importante documento in materia di salario minimo legale, a fronte di una serie di proposte legislative depositate in Parlamento nel corso delle ultime due legislature. L'autore, pur segnalando rischi e limiti di una eventuale introduzione, anche in Italia, di un salario minimo fissato per legge, mette in luce come una soluzione di tal fatta si presenti, oggi, opportuna, a fronte dei limiti dell'ordinamento sindacale di fatto e della emergenza del c.d. lavoro povero, alla base tanto della Direttiva europea in materia, quanto dei più recenti orientamenti della giurisprudenza sia di merito sia di legittimità.