Andrea Agnello, la fonte più autorevole per le biografie dei vescovi e per il patrimonio della Chiesa di Ravenna, non sembra utilizzare il verbo latino "succedere" che per re e imperatore e dal suo "Liber Pontificalis" appare che solo in qualche raro caso i vescovi ravennati fossero eredi gli uni degli altri. Piuttosto appaiono come i detentori di un poter episcopale solido e di lunga tradizione. Le fonti visive sembrano raccontare una storia diversa, in cui la successione al seggio episcopale appare di certa importanza per i vescovi stessi. Già nel V secolo le chiese ravennati mostrano un proprio linguaggio visivo che enfatizza la persona del vescovo in carica come erede diretto della funzione liturgica e quindi del ruolo dei suoi predecessori: già dal V secolo infatti il vescovo commemora i suoi "antenati" con ritratti posti nelle absidi degli edifici religiosi. Tuttavia, l'importanza della successione episcopale a Ravenna può forse meglio osservata in ambito funerario, nelle sepolture privilegiate dei vescovi e nei rituali che si svolgevano intorno ad esse. In questo articolo, con una metodologia che fa uso di tutte le fonti disponibili, materiali e testuali, cercando di ricostruire le dinamiche della percezione all'interno degli edifici ecclesiastici, si mostrerà come la successione episcopale e la commemorazione della linea degli arcivescovi fossero in realtà elementi fondamentali nelle chiese e negli edifici sacri della città.
Maria Cristina Carile (2023). Succéder au siège épiscopal de Ravenne (Ve-IXe siècle) : une approche visuelle. Paris : Éditions de la Sorbonne.
Succéder au siège épiscopal de Ravenne (Ve-IXe siècle) : une approche visuelle
Maria Cristina Carile
Primo
2023
Abstract
Andrea Agnello, la fonte più autorevole per le biografie dei vescovi e per il patrimonio della Chiesa di Ravenna, non sembra utilizzare il verbo latino "succedere" che per re e imperatore e dal suo "Liber Pontificalis" appare che solo in qualche raro caso i vescovi ravennati fossero eredi gli uni degli altri. Piuttosto appaiono come i detentori di un poter episcopale solido e di lunga tradizione. Le fonti visive sembrano raccontare una storia diversa, in cui la successione al seggio episcopale appare di certa importanza per i vescovi stessi. Già nel V secolo le chiese ravennati mostrano un proprio linguaggio visivo che enfatizza la persona del vescovo in carica come erede diretto della funzione liturgica e quindi del ruolo dei suoi predecessori: già dal V secolo infatti il vescovo commemora i suoi "antenati" con ritratti posti nelle absidi degli edifici religiosi. Tuttavia, l'importanza della successione episcopale a Ravenna può forse meglio osservata in ambito funerario, nelle sepolture privilegiate dei vescovi e nei rituali che si svolgevano intorno ad esse. In questo articolo, con una metodologia che fa uso di tutte le fonti disponibili, materiali e testuali, cercando di ricostruire le dinamiche della percezione all'interno degli edifici ecclesiastici, si mostrerà come la successione episcopale e la commemorazione della linea degli arcivescovi fossero in realtà elementi fondamentali nelle chiese e negli edifici sacri della città.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.