La luce ricevuta dall’albero è il motore della fotosintesi ed è noto come l’integrale stagionale della quantità di luce intercettata dalla pianta sia strettamente correlato alle produzioni. Negli ultimi decenni, sono stati proposti sistemi di allevamento innovativi che condividono il concetto di formare pareti fruttifere planari (2D) invece di architetture più voluminose sviluppate nelle tre dimensioni (3D). Esempi di questi sistemi di allevamento sono l’‘UFO’, il ‘cordone planare’ e il ‘Guyot’ ad esempio. Questi sistemi si basano su capi fruttiferi semipermanenti verticali inseriti su uno o due cordoni orizzontali permanenti con lo scopo di formare chiome bidimensionali molto sottili, formate da più “leader” o “assi”. Questo spostamento verso forme ultrasottili della chioma aumenta l’intercettazione e la distribuzione della luce, favorendo produzione e qualità, adattando inoltre il frutteto per automazione/robotizzazione. Per una gestione precisa, ed in futuro automatizzata, di tali sistemi sarebbe utile poter spostare l’unità di gestione dall’intera pianta, al singolo asse. Attualmente mancano informazioni fisiologiche, agronomiche e gestionali per la possibile gestione a tale livello di precisione. Nella stagione 2021 sono stati effettuati alcuni studi per investigare l’effettiva interdipendenza, e scambio di risorse tra gli assi, e l’effetto sulla produzione e pezzatura finale dei frutti. La ricerca è stata svolta in un meleto di 3 anni della cv ‘Rosy Glow’, allevato a ‘doppio Guyot’ e sito in provincia di Ferrara. L’interdipendenza fisiologica è stata studiata attraverso l’analisi di scambi gassosi a livello fogliare di diversi assi produttivi posti sulla stessa pianta. A questi sono stati applicati trattamenti di anulatura e carichi produttivi. L’effetto del carico del singolo asse sulla qualità finale del frutto è stato valutato con analisi di correlazione tra i trattamenti a carico differente (alto, medio e basso) in condizioni di anulatura o meno. I risultati hanno mostrato come gli assi siano fisiologicamente collegati e non indipendenti l’uno dall’altro; inoltre, il carico produttivo del singolo, e la sua distribuzione sull’albero, sembrano definire il livello di questa indipendenza / interscambio di risorse. I risultati hanno confermato la presenza di una relazione inversa tra carico e qualità finale del frutto; ciò è sottolineato dal tasso di accrescimento e dalla pezzatura dei frutti solo per gli assi posti su alberi con anulature. Nessuna relazione univoca tra carichi e qualità dei frutti è stata trovata per assi su alberi senza anulature. Quasi tutti i trattamenti hanno portato a una produzione di mele con pezzatura >70 mm, testimoniando l’assenza di una condizione limitante in ogni trattamento. I carichi testati non hanno influenzato il ritorno a fiore e la crescita vegetativa. È stato inoltre possibile estrarre soglie di diradamento preliminari su base singolo asse, per produzioni di alta qualità. In conclusione, per sistemi ‘multileader’, la gestione del carico fruttifero basata sul singolo asse sembra possibile. Ulteriori studi, non ancora pubblicati, sembrano confermare quanto qui riportato, suggerendo linee guida per i frutticoltori che utilizzeranno tali architetture in futuro.

Bortolotti, G. (2023). Architetture planari e multi-asse nei meleti italiani: possibile gestione del carico produttivo sul singolo asse per favorire future automazioni.

Architetture planari e multi-asse nei meleti italiani: possibile gestione del carico produttivo sul singolo asse per favorire future automazioni

Bortolotti G.
Primo
;
Perulli G. D.
Secondo
;
Boini A.;Bresilla K.;Bonora A.;Venturi M.;Piani M.
Penultimo
;
Manfrini L.
Ultimo
2023

Abstract

La luce ricevuta dall’albero è il motore della fotosintesi ed è noto come l’integrale stagionale della quantità di luce intercettata dalla pianta sia strettamente correlato alle produzioni. Negli ultimi decenni, sono stati proposti sistemi di allevamento innovativi che condividono il concetto di formare pareti fruttifere planari (2D) invece di architetture più voluminose sviluppate nelle tre dimensioni (3D). Esempi di questi sistemi di allevamento sono l’‘UFO’, il ‘cordone planare’ e il ‘Guyot’ ad esempio. Questi sistemi si basano su capi fruttiferi semipermanenti verticali inseriti su uno o due cordoni orizzontali permanenti con lo scopo di formare chiome bidimensionali molto sottili, formate da più “leader” o “assi”. Questo spostamento verso forme ultrasottili della chioma aumenta l’intercettazione e la distribuzione della luce, favorendo produzione e qualità, adattando inoltre il frutteto per automazione/robotizzazione. Per una gestione precisa, ed in futuro automatizzata, di tali sistemi sarebbe utile poter spostare l’unità di gestione dall’intera pianta, al singolo asse. Attualmente mancano informazioni fisiologiche, agronomiche e gestionali per la possibile gestione a tale livello di precisione. Nella stagione 2021 sono stati effettuati alcuni studi per investigare l’effettiva interdipendenza, e scambio di risorse tra gli assi, e l’effetto sulla produzione e pezzatura finale dei frutti. La ricerca è stata svolta in un meleto di 3 anni della cv ‘Rosy Glow’, allevato a ‘doppio Guyot’ e sito in provincia di Ferrara. L’interdipendenza fisiologica è stata studiata attraverso l’analisi di scambi gassosi a livello fogliare di diversi assi produttivi posti sulla stessa pianta. A questi sono stati applicati trattamenti di anulatura e carichi produttivi. L’effetto del carico del singolo asse sulla qualità finale del frutto è stato valutato con analisi di correlazione tra i trattamenti a carico differente (alto, medio e basso) in condizioni di anulatura o meno. I risultati hanno mostrato come gli assi siano fisiologicamente collegati e non indipendenti l’uno dall’altro; inoltre, il carico produttivo del singolo, e la sua distribuzione sull’albero, sembrano definire il livello di questa indipendenza / interscambio di risorse. I risultati hanno confermato la presenza di una relazione inversa tra carico e qualità finale del frutto; ciò è sottolineato dal tasso di accrescimento e dalla pezzatura dei frutti solo per gli assi posti su alberi con anulature. Nessuna relazione univoca tra carichi e qualità dei frutti è stata trovata per assi su alberi senza anulature. Quasi tutti i trattamenti hanno portato a una produzione di mele con pezzatura >70 mm, testimoniando l’assenza di una condizione limitante in ogni trattamento. I carichi testati non hanno influenzato il ritorno a fiore e la crescita vegetativa. È stato inoltre possibile estrarre soglie di diradamento preliminari su base singolo asse, per produzioni di alta qualità. In conclusione, per sistemi ‘multileader’, la gestione del carico fruttifero basata sul singolo asse sembra possibile. Ulteriori studi, non ancora pubblicati, sembrano confermare quanto qui riportato, suggerendo linee guida per i frutticoltori che utilizzeranno tali architetture in futuro.
2023
Riassunti dei lavori - XIV Giornate Scientifiche SOI
29
29
Bortolotti, G. (2023). Architetture planari e multi-asse nei meleti italiani: possibile gestione del carico produttivo sul singolo asse per favorire future automazioni.
Bortolotti, G., Perulli, G.D., Boini, A., Bresilla, K., Bonora, A., Venturi, M., Piani, M., Manfrini, L.,
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/960018
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