Il contributo discute delle dinamiche socio-spaziali che, ruotando attorno al nodo concettuale della transumanza, da secoli caratterizzano l’Appennino aquilano - e il Distretto delle Terre della Baronia in particolare - e stanno conoscendo oggi una fase di riscoperta in chiave economica, culturale e turistica. La prima parte dell’articolo ripercorre gli interconnessi flussi di uomini e animali che hanno costituito gli scenari di mobilità nelle alte terre aquilane dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Nel passato, pastori e greggi - che sempre meno percorrevano i tratturi - incrociavano le loro storie con gli emigranti - che progressivamente lasciavano queste zone in cerca di fortuna altrove - mentre una terza tipologia di mobilità - quella turistica - iniziava a popolare la montagna aquilana con modalità e finalità differenti, legate allo svago e allo sport. Dopo decenni di abbandono e decadimento, l’Appennino aquilano sta tornando ad essere un crocevia di pratiche territoriali in cui questi quattro soggetti di cui si è parlato - greggi, pastori (e abitanti), migranti e turisti - hanno ripreso a incrociare i loro passi - lungo i tre sentieri che già in passato hanno percorso, quello della transumanza, della migrazione e del turismo - promuovendo nuove dinamiche territoriali che potrebbero essere in grado di radicare la popolazione e valorizzare i suoi beni culturali e naturali. La seconda parte del testo cerca così di tracciare le linee attraverso cui le dinamiche di mobilità del passato sono evolute fino ai giorni nostri, portando a una risignificazione della transumanza e della cultura pastorale, le quali, trasformate in beni culturali, sono al centro di pratiche di promozione territoriale sostenibili, nell’ambito di un turismo culturale e naturalistico, di prossimità, e lento. In tale prospettiva, vengono approfondite le dinamiche socio-spaziali di alcune produzioni alimentari del versante meridionale del Gran Sasso d’Italia, strettamente legate alla pratica della transumanza, con particolare riferimento al cosiddetto distretto Terre della Baronia1 nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, storica «località pastorale» (Piccioni, 1993, p. 199) e protagonista di una nuova stagione di sviluppo turistico a partire dai primi anni Duemila. Prodotti secondari dell’economia armentizia del passato, connessa principalmente al commercio della lana, alcune specialità agroalimentari rivestono attualmente un ruolo centrale rispetto alle opportunità di sopravvivenza delle piccole comunità locali. Vengono, in tale ottica, indagate le modalità con cui le pratiche produttive sono state rimodulate nell’ultimo quarantennio, favorendo sia la conservazione di alcune tradizioni sia nuove e più funzionali forme di gestione ambientale, con importanti ripercussioni sulla tutela del paesaggio e, conseguentemente, sull’attrattività turistica dell’area, che presenta allo stato attuale margini di sviluppo ancora inespressi, anche a causa dello spopolamento che affligge gran parte dell’Abruzzo interno. Nell’analizzare la risposta dei mercati rispetto ai prodotti considerati, si dà conto, altresì, dei valori etici e ambientali che essi sono in grado di veicolare, intercettando la fiducia e le mutate aspettative tanto del consumatore quanto del viaggiatore contemporaneo.

Elisa Magnani, Manuela Tripodi (2023). Intersezioni di passi nell’Alto Appennino Aquilano. La risignificazione della transumanza nel nuovo fluire di greggi, pastori, migranti e viaggiatori tra le vette del Gran Sasso. DOCUMENTI GEOGRAFICI, 3, 183-203 [10.19246/DOCUGEO2281-7549/202303_09].

Intersezioni di passi nell’Alto Appennino Aquilano. La risignificazione della transumanza nel nuovo fluire di greggi, pastori, migranti e viaggiatori tra le vette del Gran Sasso

Elisa Magnani
Co-primo
;
2023

Abstract

Il contributo discute delle dinamiche socio-spaziali che, ruotando attorno al nodo concettuale della transumanza, da secoli caratterizzano l’Appennino aquilano - e il Distretto delle Terre della Baronia in particolare - e stanno conoscendo oggi una fase di riscoperta in chiave economica, culturale e turistica. La prima parte dell’articolo ripercorre gli interconnessi flussi di uomini e animali che hanno costituito gli scenari di mobilità nelle alte terre aquilane dall’Unità d’Italia ai giorni nostri. Nel passato, pastori e greggi - che sempre meno percorrevano i tratturi - incrociavano le loro storie con gli emigranti - che progressivamente lasciavano queste zone in cerca di fortuna altrove - mentre una terza tipologia di mobilità - quella turistica - iniziava a popolare la montagna aquilana con modalità e finalità differenti, legate allo svago e allo sport. Dopo decenni di abbandono e decadimento, l’Appennino aquilano sta tornando ad essere un crocevia di pratiche territoriali in cui questi quattro soggetti di cui si è parlato - greggi, pastori (e abitanti), migranti e turisti - hanno ripreso a incrociare i loro passi - lungo i tre sentieri che già in passato hanno percorso, quello della transumanza, della migrazione e del turismo - promuovendo nuove dinamiche territoriali che potrebbero essere in grado di radicare la popolazione e valorizzare i suoi beni culturali e naturali. La seconda parte del testo cerca così di tracciare le linee attraverso cui le dinamiche di mobilità del passato sono evolute fino ai giorni nostri, portando a una risignificazione della transumanza e della cultura pastorale, le quali, trasformate in beni culturali, sono al centro di pratiche di promozione territoriale sostenibili, nell’ambito di un turismo culturale e naturalistico, di prossimità, e lento. In tale prospettiva, vengono approfondite le dinamiche socio-spaziali di alcune produzioni alimentari del versante meridionale del Gran Sasso d’Italia, strettamente legate alla pratica della transumanza, con particolare riferimento al cosiddetto distretto Terre della Baronia1 nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, storica «località pastorale» (Piccioni, 1993, p. 199) e protagonista di una nuova stagione di sviluppo turistico a partire dai primi anni Duemila. Prodotti secondari dell’economia armentizia del passato, connessa principalmente al commercio della lana, alcune specialità agroalimentari rivestono attualmente un ruolo centrale rispetto alle opportunità di sopravvivenza delle piccole comunità locali. Vengono, in tale ottica, indagate le modalità con cui le pratiche produttive sono state rimodulate nell’ultimo quarantennio, favorendo sia la conservazione di alcune tradizioni sia nuove e più funzionali forme di gestione ambientale, con importanti ripercussioni sulla tutela del paesaggio e, conseguentemente, sull’attrattività turistica dell’area, che presenta allo stato attuale margini di sviluppo ancora inespressi, anche a causa dello spopolamento che affligge gran parte dell’Abruzzo interno. Nell’analizzare la risposta dei mercati rispetto ai prodotti considerati, si dà conto, altresì, dei valori etici e ambientali che essi sono in grado di veicolare, intercettando la fiducia e le mutate aspettative tanto del consumatore quanto del viaggiatore contemporaneo.
2023
Elisa Magnani, Manuela Tripodi (2023). Intersezioni di passi nell’Alto Appennino Aquilano. La risignificazione della transumanza nel nuovo fluire di greggi, pastori, migranti e viaggiatori tra le vette del Gran Sasso. DOCUMENTI GEOGRAFICI, 3, 183-203 [10.19246/DOCUGEO2281-7549/202303_09].
Elisa Magnani; Manuela Tripodi
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