Nel 1608 Giovan Battista Manso marchese di Villa fondò a Napoli un monte, ossia un ente di assistenza con il duplice scopo di sovvenzionare gli studi ai giovani nobili e i monacaggi alle fanciulle nobili della città le cui famiglie, decadute, non erano in grado di sostenere tali spese. Per realizzare il primo intento l’aristocratico istituì un collegio, la cui direzione venne affidata alla Compagnia di Gesù. Il Seminario Manso fu aperto nel 1634 e i gesuiti vi operarono con continuità fino all’espulsione dell’Ordine dal Regno di Napoli nel 1767. Il collegio napoletano mutuò struttura e modelli educativi già impiegati con successo in altri seminaria nobilium fioriti nella penisola italiana tra Sei e Settecento, ma si distinse per un reclutamento più selezionato e per il tentativo di limitare l’insegnamento degli esercizi cavallereschi, ritenuto futile. Nel presente contributo si intende ripercorrere i principali aspetti che lo hanno caratterizzato, con particolare riferimento alla produzione letteraria dei convittori.

Maggiulli Ilaria (2024). Il Collegio dei nobili di Napoli e Giovan Battista Manso (1567–1645): “Una radunanza de’ giovani per buona educazione nelli costumi e buone creanze, nelle lettere e scienze“. ARCHIVUM HISTORICUM SOCIETATIS IESU, 92(184), 261-290.

Il Collegio dei nobili di Napoli e Giovan Battista Manso (1567–1645): “Una radunanza de’ giovani per buona educazione nelli costumi e buone creanze, nelle lettere e scienze“

Maggiulli Ilaria
2024

Abstract

Nel 1608 Giovan Battista Manso marchese di Villa fondò a Napoli un monte, ossia un ente di assistenza con il duplice scopo di sovvenzionare gli studi ai giovani nobili e i monacaggi alle fanciulle nobili della città le cui famiglie, decadute, non erano in grado di sostenere tali spese. Per realizzare il primo intento l’aristocratico istituì un collegio, la cui direzione venne affidata alla Compagnia di Gesù. Il Seminario Manso fu aperto nel 1634 e i gesuiti vi operarono con continuità fino all’espulsione dell’Ordine dal Regno di Napoli nel 1767. Il collegio napoletano mutuò struttura e modelli educativi già impiegati con successo in altri seminaria nobilium fioriti nella penisola italiana tra Sei e Settecento, ma si distinse per un reclutamento più selezionato e per il tentativo di limitare l’insegnamento degli esercizi cavallereschi, ritenuto futile. Nel presente contributo si intende ripercorrere i principali aspetti che lo hanno caratterizzato, con particolare riferimento alla produzione letteraria dei convittori.
2024
Maggiulli Ilaria (2024). Il Collegio dei nobili di Napoli e Giovan Battista Manso (1567–1645): “Una radunanza de’ giovani per buona educazione nelli costumi e buone creanze, nelle lettere e scienze“. ARCHIVUM HISTORICUM SOCIETATIS IESU, 92(184), 261-290.
Maggiulli Ilaria
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/959560
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