"Pascoli e la poesia dell'evanescenza"

In this essay Pascoli's poetry is analyzed for the first time through the specific idea of evanescence, re-reading some texts from Myricae to Poemi conviviali as paradigms of a poetics characterized by the dissolution of reality, by the perception of the beyond and the shadows of truth, with particular attention to L’assiuolo, Ultimo sogno, Il sogno della vergine, L’etèra, Psyche. The originality of this contribution consists on the one hand in the deepening of the theme of diaphanousness, overlooked or inadequately investigated in the panorama of Pascoli's studies; on the other hand in the reinterpretation of significant texts to capture the relevant features of the lexicon and style of the fade. Moreover Pascoli’s poetry of evanescence is compared with authors such as Pater, Poe, Freud and the Rilke of the Sonetti a Orfeo and Orfeo, Euridice, Ermete, to illuminate in a new way the shadowy Pascoli, explorer of the unknowable and the uncanny between visible and invisible, everyday life and metaphysical dimension, concrete and indeterminate, being and nothingness.

In questo saggio si analizza per la prima volta la poesia di Pascoli attraverso l'idea specifica dell'evanescenza, rileggendo alcuni testi da Myricae ai Poemi conviviali come paradigmi di una poetica caratterizzata dalla dissoluzione del reale, dalla percezione dell'oltre e delle ombre del vero. L'originalità di questo contributo consiste da una parte nell'approfondimento del tema della diafanità, inedito nel panorama degli studi pascoliani; dall'altra nella reinterpretazione di testi significativi per cogliere i tratti rilevanti del lessico e dello stile pascoliano della dissolvenza. Si propone inoltre un confronto con autori come Pater, Poe, Freud e Rilke, al fine di illuminare in modo nuovo il Pascoli umbratile, grande poeta dell'inconoscibile e del perturbante.