Piazza Martiri è l’esito di una serie di circostanziati adattamenti e lente stratificazioni, avvenute nell’arco di sei secoli in base a due fasi fondamentali: una spontanea iniziata fuori castello in pieno Medioevo e caratterizzata da un’occupazione di suoli liberi, l’altra dettata dall’organizzazione di un disegno imposto da principi e governi che si sono succeduti a partire dal Rinascimento in poi. Si tratta di una evoluzione ricorrente in ambito emiliano, che trova, come vedremo, significative similitudini con analoghe situazioni, a dimostrazione dell’esemplarità di un processo logico con il quale si compie la formazione di uno spazio strategico come quello destinato alle attività commerciali di un territorio, essenziali per la sopravvivenza di una comunità e dotato di precise caratteristiche architettoniche e spaziali. Il percorso dei sentieri discendenti dall’Appennino nel senso della loro minima pendenza stabilì gli itinerari obbligati delle vie mercantili, battuti da pastori e mezzadri. Si è scritto come l’analisi costitutiva della genesi formale di piazza Martiri sia l’occasione per spiegare e verificare alcuni principi ricorrenti nella formazione delle piazze emiliane. La piazza del mercato nasce dunque sullo sviluppo di una strada di collegamento: nel caso di Sassuolo, per connettere pianura e montagna, lungo la direttrice nord-sud. Esistono alcune proprietà comuni, confermate dagli assunti della metrologia, quasi delle costanti compositive, capaci di stabilire un vero e proprio “tipo” urbano, denominato in questo lavoro “piazza lunga”.

Matteo Agnoletto (2023). Elementi compositivi delle piazze lunghe emiliane: le trasformazioni architettoniche di piazza Martiri. QB. QUADERNI DELLA BIBLIOTECA, 10, 117-140.

Elementi compositivi delle piazze lunghe emiliane: le trasformazioni architettoniche di piazza Martiri

Matteo Agnoletto
2023

Abstract

Piazza Martiri è l’esito di una serie di circostanziati adattamenti e lente stratificazioni, avvenute nell’arco di sei secoli in base a due fasi fondamentali: una spontanea iniziata fuori castello in pieno Medioevo e caratterizzata da un’occupazione di suoli liberi, l’altra dettata dall’organizzazione di un disegno imposto da principi e governi che si sono succeduti a partire dal Rinascimento in poi. Si tratta di una evoluzione ricorrente in ambito emiliano, che trova, come vedremo, significative similitudini con analoghe situazioni, a dimostrazione dell’esemplarità di un processo logico con il quale si compie la formazione di uno spazio strategico come quello destinato alle attività commerciali di un territorio, essenziali per la sopravvivenza di una comunità e dotato di precise caratteristiche architettoniche e spaziali. Il percorso dei sentieri discendenti dall’Appennino nel senso della loro minima pendenza stabilì gli itinerari obbligati delle vie mercantili, battuti da pastori e mezzadri. Si è scritto come l’analisi costitutiva della genesi formale di piazza Martiri sia l’occasione per spiegare e verificare alcuni principi ricorrenti nella formazione delle piazze emiliane. La piazza del mercato nasce dunque sullo sviluppo di una strada di collegamento: nel caso di Sassuolo, per connettere pianura e montagna, lungo la direttrice nord-sud. Esistono alcune proprietà comuni, confermate dagli assunti della metrologia, quasi delle costanti compositive, capaci di stabilire un vero e proprio “tipo” urbano, denominato in questo lavoro “piazza lunga”.
2023
Matteo Agnoletto (2023). Elementi compositivi delle piazze lunghe emiliane: le trasformazioni architettoniche di piazza Martiri. QB. QUADERNI DELLA BIBLIOTECA, 10, 117-140.
Matteo Agnoletto
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