Il saggio prende in esame un apologo contenuto nei Trastulli della villa, opera secentesca del bolognese Adriano Banchieri (più noto come autore del Cacasenno aggiunto al Bertoldo e Bertoldino di Giulio Cesare Croce), verificandone la ricca e variegata ascendenza. L'apologo infatti trova una sua prima importante attestazione in una Familiare di Petrarca, che a sua volta la ricavava da fonti medievali precedenti (Paolo Diacono, Jacques de Vitry). L’apologo trascorre in alcune raccolte novellistiche rinascimentali (Giulio Landi, Nikolaus Gerbel, Lodovico Domenichi), per poi approdare al testo di Banchieri. Il trattamento che gli riserva quest’ultimo è in linea con la sua produzione ridanciana: il protagonista diventa un contadino delle campagne bolognesi di nome Barba Giarone (il giarone in dialetto bolognese è il sasso) che, tormentato dalla gotta, decide di liberarsene lavorando ancora più duramente nei campi. In tal modo la gotta, a convegno con tutte le altre gotte, decide di trasferirsi in città dove assillerà nobili sfaccendati e crapuloni. L’intervento vuole essere una microscopia realizzata attraverso gli strumenti dell’intertestualità e dell’analisi comparatistica.

Nicola Bonazzi (2023). La gotta di Barba Giarone. Metamorfosi secolari di un apologo medievale. Modena : Mucchi editore.

La gotta di Barba Giarone. Metamorfosi secolari di un apologo medievale

Nicola Bonazzi
2023

Abstract

Il saggio prende in esame un apologo contenuto nei Trastulli della villa, opera secentesca del bolognese Adriano Banchieri (più noto come autore del Cacasenno aggiunto al Bertoldo e Bertoldino di Giulio Cesare Croce), verificandone la ricca e variegata ascendenza. L'apologo infatti trova una sua prima importante attestazione in una Familiare di Petrarca, che a sua volta la ricavava da fonti medievali precedenti (Paolo Diacono, Jacques de Vitry). L’apologo trascorre in alcune raccolte novellistiche rinascimentali (Giulio Landi, Nikolaus Gerbel, Lodovico Domenichi), per poi approdare al testo di Banchieri. Il trattamento che gli riserva quest’ultimo è in linea con la sua produzione ridanciana: il protagonista diventa un contadino delle campagne bolognesi di nome Barba Giarone (il giarone in dialetto bolognese è il sasso) che, tormentato dalla gotta, decide di liberarsene lavorando ancora più duramente nei campi. In tal modo la gotta, a convegno con tutte le altre gotte, decide di trasferirsi in città dove assillerà nobili sfaccendati e crapuloni. L’intervento vuole essere una microscopia realizzata attraverso gli strumenti dell’intertestualità e dell’analisi comparatistica.
2023
La vita è segno. Saggio sulle forme brevi per Gino Ruozzi
147
158
Nicola Bonazzi (2023). La gotta di Barba Giarone. Metamorfosi secolari di un apologo medievale. Modena : Mucchi editore.
Nicola Bonazzi
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