In relazione alle attività didattiche all’aperto, questo contributo riprende lo schema con cui Priest delinea metaforicamente il setting come un albero radicato in proposte esperienziali che, spaziando dall’educazione ambientale a quella avventurosa, suddividono la chioma in quattro rami, corrispondenti ad altrettante relazioni fondamentali, ovvero: interpersonali, intrapersonali, ecosistemiche ed ekistiche (urbane). Ne consegue che nella didattica attiva all’aperto la costruzione del setting, nel suo senso più ampio, si esplica attraverso rapporti finalizzati a connettere persone e ambienti lungo le quattro direzioni proposte. Partendo da questo punto di vista prettamente relazionale, l’Outdoor Education dovrebbe dunque valorizzare anche gli ambienti urbani, peraltro tipici ad esempio delle realtà scolastiche di città, che altrimenti sarebbero invece escluse se si considerasse come realmente outdoor solo l’esperienza svolta in ambiente naturale. In definitiva, la visone secondo cui il setting si realizza soprattutto attraverso le relazioni presenta diversi aspetti positivi: rinforza la didattica attiva, mettendo al centro degli scambi interpersonali un allievo che viene stimolato a partecipare in maniera non passiva; amplia le opportunità formative, in quanto ogni ambiente può essere utilizzato per l’apprendimento; incrementa le occasioni di visioni sistemiche ed ecosistemiche; promuove nei docenti resilienza educativa in modo sia implicito, sia (auspicabilmente) esplicito, un valore importante che sarebbe bene tramandare alle nuove generazioni.
Alessandro Bortolotti, Alba Passarella (2022). Thinking out of the box. L'educazione all'aperto per uscire dagli schemi. Bergamo : Zeroseiup.
Thinking out of the box. L'educazione all'aperto per uscire dagli schemi
Alessandro Bortolotti
Primo
Supervision
;
2022
Abstract
In relazione alle attività didattiche all’aperto, questo contributo riprende lo schema con cui Priest delinea metaforicamente il setting come un albero radicato in proposte esperienziali che, spaziando dall’educazione ambientale a quella avventurosa, suddividono la chioma in quattro rami, corrispondenti ad altrettante relazioni fondamentali, ovvero: interpersonali, intrapersonali, ecosistemiche ed ekistiche (urbane). Ne consegue che nella didattica attiva all’aperto la costruzione del setting, nel suo senso più ampio, si esplica attraverso rapporti finalizzati a connettere persone e ambienti lungo le quattro direzioni proposte. Partendo da questo punto di vista prettamente relazionale, l’Outdoor Education dovrebbe dunque valorizzare anche gli ambienti urbani, peraltro tipici ad esempio delle realtà scolastiche di città, che altrimenti sarebbero invece escluse se si considerasse come realmente outdoor solo l’esperienza svolta in ambiente naturale. In definitiva, la visone secondo cui il setting si realizza soprattutto attraverso le relazioni presenta diversi aspetti positivi: rinforza la didattica attiva, mettendo al centro degli scambi interpersonali un allievo che viene stimolato a partecipare in maniera non passiva; amplia le opportunità formative, in quanto ogni ambiente può essere utilizzato per l’apprendimento; incrementa le occasioni di visioni sistemiche ed ecosistemiche; promuove nei docenti resilienza educativa in modo sia implicito, sia (auspicabilmente) esplicito, un valore importante che sarebbe bene tramandare alle nuove generazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.