Venti anni di ricerche condotte in Italia hanno evidenziato che la situazione epidemiologica del virus dell’epatite E (HEV) nei suidi (domestici e selvatici) e in altre specie animali è simile a quella di altri paesi europei. La prevalenza di allevamenti infetti e compresa tra 24 e 41%, con alcune variazioni correlate al tipo di allevamento, alle sue dimensioni e all’area geografica. In questi allevamenti, la sieroprevalenza aumenta a partire dalle 10-12 settimane di vita e sfiora il 100% negli animali prossimi all’età di macellazione. Nel cinghiale, HEV è presente in tutte le popolazioni indagate ma, al contrario del suino domestico, l’infezione è presente anche negli animali adulti, fino ad oltre i 2 anni di età. RNA virale e/o anticorpi specifici sono stati rilevati anche in altre specie domestiche e selvatiche che, tuttavia, sembrano rappresentare un rischio inferiore per la trasmissione zoonotica dell’infezione. L’assenza di informazioni certe relative alla sopravvivenza del virus nell’ambiente e nei prodotti di origine animale e alla sua sensibilità ai disinfettanti condiziona la possibilità di ridurre il rischio di trasmissione di HEV all’uomo mediante misure di profilassi diretta. La sorveglianza dell’infezione negli allevamenti e al macello rimane quindi l’unico strumento che consente di individuare i fattori di rischio e di adottare misure di mitigazione.
Fabio Ostanello, M.M. (2024). Venti anni di ricerca sul virus dell’epatite E (HEV) negli animali domestici e selvatici in Italia. Pisa : Campano Edizioni.
Venti anni di ricerca sul virus dell’epatite E (HEV) negli animali domestici e selvatici in Italia
Fabio Ostanello
;
2024
Abstract
Venti anni di ricerche condotte in Italia hanno evidenziato che la situazione epidemiologica del virus dell’epatite E (HEV) nei suidi (domestici e selvatici) e in altre specie animali è simile a quella di altri paesi europei. La prevalenza di allevamenti infetti e compresa tra 24 e 41%, con alcune variazioni correlate al tipo di allevamento, alle sue dimensioni e all’area geografica. In questi allevamenti, la sieroprevalenza aumenta a partire dalle 10-12 settimane di vita e sfiora il 100% negli animali prossimi all’età di macellazione. Nel cinghiale, HEV è presente in tutte le popolazioni indagate ma, al contrario del suino domestico, l’infezione è presente anche negli animali adulti, fino ad oltre i 2 anni di età. RNA virale e/o anticorpi specifici sono stati rilevati anche in altre specie domestiche e selvatiche che, tuttavia, sembrano rappresentare un rischio inferiore per la trasmissione zoonotica dell’infezione. L’assenza di informazioni certe relative alla sopravvivenza del virus nell’ambiente e nei prodotti di origine animale e alla sua sensibilità ai disinfettanti condiziona la possibilità di ridurre il rischio di trasmissione di HEV all’uomo mediante misure di profilassi diretta. La sorveglianza dell’infezione negli allevamenti e al macello rimane quindi l’unico strumento che consente di individuare i fattori di rischio e di adottare misure di mitigazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.