Hybrid Ancestors. Zoomimesis in the Palaeoperformances

The intervention concerns the relationship between human and animal in what we call Palaeolithic performances (Montelle, 2007). Starting from the discourse - by now very broad in archaeological studies - according to which the so-called rock art is nothing but the result on stone of a performative process similar to action art (Meschiari, 2018; Martini, 2019; Schechner 2018; Ferrari 2021) by the identification of some recurring dynamics in various archaeological sites in order to define specific structures of this type of performance (Aczel 2010; Waller 2002; Rigal 2022). Undoubtedly, the discourse of relationship with animality represents a crucial element of these ritual and performative processes, which it is necessary to attempt to reconstruct through scientific and methodological tools. Among these, zoomimesis (Marchesini, 2014), not intended as Aristotelian imitation, seems to be able to respond to the need to constitute that animal-human hybrid that Palaeolithic actuants were able to achieve through kinesthesia on rock as a form of ancestral self and hetero-representation. If the theory of zoomimesis seems to respond to the posthuman address (Braidotti, 2014 2022; Cimatti, 2021; Marchesini, 2014) with interesting repercussions in the contemporary scene (Mei, 2015; Budriesi, 2020), the aim of the contribution is to weld these links also with what we might call the prehuman because prehistoric, when species boundaries had not yet been drawn.

L’intervento riguarda la relazione tra umano e animale in quelle che definiamo performances paleolitiche (Montelle, 2007). Partendo dal discorso – ormai molto ampio negli studi archeologici – per cui la cosiddetta arte rupestre non è altro che il risultato su pietra di un processo performativo simile all’action art (Meschiari, 2018; Martini, 2019; Schechner 2018; Ferrari 2021), si individueranno brevemente alcune dinamiche ricorrenti in vari siti archeologici per definire delle strutture specifiche di questa tipologia di performance (Aczel 2010; Waller 2002; Rigal 2022). Indubbiamente, il discorso di relazione con l’animalità rappresenta un elemento cruciale di questi processi rituali e performativi che è necessario cercare di ricostruire attraverso strumenti scientifici e metodologici. Tra questi la zoomimesis (Marchesini, 2014), da non intendersi come imitazione aristotelica, sembra poter rispondere alla necessità di costituire quell’ibrido animale-umano che gli attuanti paleolitici riuscivano a raggiungere attraverso la cinestesia sulla roccia come forma di auto ed etero rappresentazione ancestrale. Se la teoria della zoomimesis sembra rispondere all’indirizzo postumano (Braidotti, 2014 2022; Cimatti, 2021; Marchesini, 2014) con interessanti ricadute nella scena contemporanea (Mei, 2015; Budriesi, 2020), lo scopo del contributo è quelli di saldare questi legami anche con quello che potremmo definire il pre-umano perché preistorico, quando i confini di specie ancora non erano stati tracciati.