Una forte tensione pedagogica attraversa tutta la produzione artistica e intellettuale di Pier Paolo Pasolini, sino alla sua fase estrema. Si colloca nell’ultimo periodo di vita dell’autore la composizione della poesia (forse la sua ultima poesia) intitolata "Saluto e augurio", che chiude la raccolta di versi in friulano "La nuova gioventù" (1975). Il testo è inaspettatamente indirizzato a un giovane fascista, che il poeta invita a riformare la propria concezione politico-ideologica alla luce di alcuni precisi valori. Del resto, Pasolini non si è mai sottratto al confronto con chi era su posizioni opposte alle sue, nella convinzione che il dialogo e il confronto fossero sempre salutari. A ciò va aggiunto che nell’ultima fase della sua vita, Pasolini riteneva sempre più che il pericolo maggiore non fosse tanto il fascismo tradizionale quanto il «nuovo fascismo» della società dei consumi. Attraverso un’analisi critica dei versi di "Saluto e augurio" e facendo riferimento anche ad altre opere di Pasolini, il saggio indaga l’atteggiamento dello scrittore nei confronti della modernità e di un passato nel quale egli ritiene risiedere la più autentica «forza rivoluzionaria».
Carnero, R. (2023). "Tu difendi, conserva, prega": il testamento pedagogico di Pasolini. STUDI NOVECENTESCHI, XLX(105 (gennaio-giugno)), 83-101 [10.19272/202303001005].
"Tu difendi, conserva, prega": il testamento pedagogico di Pasolini
Carnero, Roberto
2023
Abstract
Una forte tensione pedagogica attraversa tutta la produzione artistica e intellettuale di Pier Paolo Pasolini, sino alla sua fase estrema. Si colloca nell’ultimo periodo di vita dell’autore la composizione della poesia (forse la sua ultima poesia) intitolata "Saluto e augurio", che chiude la raccolta di versi in friulano "La nuova gioventù" (1975). Il testo è inaspettatamente indirizzato a un giovane fascista, che il poeta invita a riformare la propria concezione politico-ideologica alla luce di alcuni precisi valori. Del resto, Pasolini non si è mai sottratto al confronto con chi era su posizioni opposte alle sue, nella convinzione che il dialogo e il confronto fossero sempre salutari. A ciò va aggiunto che nell’ultima fase della sua vita, Pasolini riteneva sempre più che il pericolo maggiore non fosse tanto il fascismo tradizionale quanto il «nuovo fascismo» della società dei consumi. Attraverso un’analisi critica dei versi di "Saluto e augurio" e facendo riferimento anche ad altre opere di Pasolini, il saggio indaga l’atteggiamento dello scrittore nei confronti della modernità e di un passato nel quale egli ritiene risiedere la più autentica «forza rivoluzionaria».File | Dimensione | Formato | |
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